Antonio Pettinicchi, "Lui è il Molise"

Dialogo empatico tra l'artista e il presidente
Dialogo empatico tra l'artista e il presidente

Rimarrà aperta fino all'11 maggio, presso la Galleria Artes in Viale Elena a Campobasso, la personale del maestro Antonio Pettinicchi dal titolo "Lui è il Molise". 

Dopo l'inaugurazione, avvenuta lo scorso  28 marzo,  va annotato un altro momento di ufficialità rappresentato dalla visita che il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, ha fatto agli spazi espositivi della mostra, dove si è intrattenuto a lungo con il maestro Pettinicchi in un clima di grande afflato e cordialità. Presente all'incontro anche il senatore Roberto Ruta.
«Ambasciatore internazionale del Molise»: così il presidente Frattura ha inteso sintetizzare la vasta opera incisoria e pittorica dell'artista, opera che lo colloca tra le maggiori personalità operanti in tal campo.

Nell'incontro con il maestro Pettinicchi, il governatore ha voluto lanciare anche un messaggio sull'importanza della cultura per la crescita del territorio. «È scientificamente provato - ha sottolineato Frattura - che ogni euro investito nel settore della cultura produce ricchezza sociale ed economica. Attraverso investimenti seri, porteremo il Molise e i suoi tesori alla conoscenza di tutti. Il nostro impegno istituzionale sarà volto in maniera puntuale alle politiche culturali affinché tutti gli scrittori, i pittori, i musicisti e gli artisti locali abbiano le opportunità che meritano per esprimere il proprio talento».

«Oggi - ha detto ancora il presidente - possiamo ammirare la produzione artistica di un genio in spazi vivi come questa galleria. Sono convinto che questa sia la strada da percorrere: riempire di contenuti i contenitori, pubblici e privati, di cui il Molise dispone. Insieme con gli operatori del settore, da cui abbiamo tanto da imparare, sapremo individuare il modo per fare della cultura uno dei volani principali per la nostra regione. Dobbiamo imparare a essere orgogliosi e fieri dei nostri talenti, il cui valore, troppo spesso, è considerato molto più fuori che qui da noi».
«Il genio di Antonio Pettinicchi non solo deve essere per noi motivo di vanto, ma anche speranza di riuscita per gli artisti più giovani», ha concluso Frattura. 

La mostra, curata dai critici d'arte Tommaso Evangelista e Silvia Valente,  propone una selezione di lavori su tela, unitamente ad una retrospettiva sulla produzione grafica.

 
Da sinistra nella foto: il senatore Ruta, il maestro Pettinicchi e il governatore Frattura
Da sinistra nella foto: il senatore Ruta, il maestro Pettinicchi e il governatore Frattura

I dipinti testimoniano vari aspetti della  poetica dell'artista e spaziano dai celebri autoritratti al mondo contadino con uno sconfinamento nelle tematiche del sacro (Crocifissione). La maggior parte dei lavori risale all'ultimo decennio di produzione - inedite le opere del 2008 e del 2009 - e si caratterizza per una forte accentuazione delle valenze espressioniste, per un segno tagliente, per una sapienza costruttiva dettata da pennellate energiche e vigorose che conferiscono alla figura struttura e, allo stesso tempo, indeterminatezza.

La produzione incisoria riguarda, invece, un lasso di tempo più ampio e mostra l'evoluzione della tecnica, dello stile e dei soggetti. Dai primi lavori realizzati durante la formazione accademica - che vedono come soggetti le figure del mondo contadino - si attraversano i paesaggi molisani caratterizzati dalla forte componente geometrica di stampo post-cubista per giungere, sul finale, a un dissolvimento delle forme e delle strutture grazie al sapiente uso dell'acquaforte, del quale è stato maestro indiscusso del Novecento italiano.
Un piccolo asterisco è dedicato alla documentazione del celebre  "Gruppo 70" formato, appunto, da Antonio Pettinicchi, Walter Genua, Augusto Massa e Lino Mastropaolo, dei quali vengono presentati  lavori a carattere esplicativo, utili a fornire una ricostruzione del percorso dell'artista.

Antonio Pettinicchi è nato a Lucito (Campobasso) nel 1925.  Si  è formato all'Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida severa ed attenta di Lino Bianchi Barriviera e Emilio Notte. La sua attività incisoria e pittorica è testimoniata dalla partecipazione a numerose mostre e rassegne di carattere nazionale e internazionale, fra cui: quattro edizioni della Quadriennale Nazionale di Roma (tra il 1952 e il 1965), la XXVIII Biennale Internazionale di Venezia, sette edizioni della Biennale Nazionale della Grafica Contemporanea di Venezia (dal 1955 al 1967), numerose mostre in collaborazione con il Gruppo degli Incisori veneti, oltre alle cinque edizioni del Premio Termoli, per citarne solo alcune. Sue opere sono presenti in importantissime collezioni pubbliche e private, fra le quali citiamo: Ca' Pesaro, Galleria Internazionale d'Arte Modena, Venezia; Civica raccolta delle stampe Achille Bernarelli, Castello Sforzesco, Milano; Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma; Raccolta disegni e stampe, Galleria Uffizi.

Proprio da un ricordo del maestro e compagno di studi accademici, Armando De Stefano, è tratto il titolo della mostra, cui farà seguito l'uscita della monografia, a cura di Tommaso Evangelista e Silvia Valente, edita dalla Regia edizioni e che verrà presentata in occasione del finissage (11 maggio 2013).

 
 
 
 
 

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