Treni minori, Frattura: Moretti vuole dismetterli, si dimetta

Il presidente Paolo di Laura Frattura
Il presidente Paolo di Laura Frattura

"La ragione di continuare a esserci ancora. A leggere le dichiarazioni dell'ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, questa ragione non c'è davvero più. Vacilla, si incrina e cade. Per i piccoli, si intende.

Il supermanager del servizio di trasporto ferroviario non lascia spazio a fraintendimenti: "Ci sono infrastrutture non più utili a fare un servizio di qualità - sottolinea in una recente intervista -, e che hanno costi eccessivi. Vale la pena, come per qualsiasi insediamento industriale, dismetterle". Una cosa a Moretti va riconosciuta: la chiarezza.

La chiarezza con la quale divide il Paese in zone che, a suo avviso, meritano servizi e in zone che non le meritano. La chiarezza con la quale dice ai piccoli territori: arrangiatevi, non siete utili e funzionali ai nostri investimenti. Un'idea di sviluppo, assistenza e progettualità, non c'è che dire, dall'evidente respiro generale.

Moretti è capace di andare ben oltre lo storico blocco nord-sud che lede da sempre lo sviluppo complessivo dell'Italia. Moretti pensa e si dedica al meglio del meglio. Alle aree più produttive, più popolose, più servite da servizi. Poco importa il richiamo di attenzione che c'è da parte delle popolazioni e dei loro amministratori sempre più ai margini. Mentre l'Italia, tutta, si muove per costruire un futuro su ferro, l'ad di Ferrovie dello Stato stoppa questa giusta e non più rinviabile intuizione.

Invoca per i territori più disagiati il recupero della gomma, in barba a tutto ciò che il treno offre per l'ambiente e per la socialità insita nel mezzo.
Alta velocità sì e per pochi privilegiati. Stazioncine di periferia no, cancellate con un colpo di spugna.

Lo sconcerto per tale visione è inevitabile: è una visione anacronistica. I grandi di Europa, a cominciare dalla Germania, stanno scommettendo sui treni regionali. Sono proprio i piccoli come noi che credono nel ritorno di una viabilità su ferro. È questa, la viabilità su ferro, che sa di futuro, non la gomma.
Certo, condividiamo con Moretti il fatto che "operazioni a pioggia non hanno nessun senso", ma questo non significa eliminare. Significa, al contrario, programmare insieme un disegno di riorganizzazione e pianificazione di valore nazionale, in un dialogo serrato con i cittadini e gli amministratori. Significa studiare soluzioni per economie vere e utili alla società.

Crediamo nel treno, anzi nel trenino come servizio efficiente, economico, pulito e veloce. Crediamo nel trenino come mezzo di pari opportunità da assicurare ovunque nel Paese. Se questo non potrà essere davvero più, Moretti dovrebbe assumersi la responsabilità di aver suggerito e avallato, lui, un'idea di sviluppo e ripresa a vantaggio di pochissimi. O meglio, lasciare la guida di un sistema che non gli è a cuore.

L'Italia, i suoi piccoli comuni, le sue piccole regioni non meritano costruzioni di disparità. Se Moretti ci invita ad arrenderci e a gettare la spugna, sappia che non ci siamo. Moretti lasci, lui. È, questa, la nostra richiesta: sia rimosso come amministratore di Ferrovie dello Stato. Non c'è spazio in Italia per due tesi così distanti. Noi preferiamo quella europeista, quella ambientalista, quella a vantaggio esclusivo dei cittadini. La vertenza nazionale contro questa visione elitaria dei servizi la facciamo partire da qui, dal nostro piccolo Molise, con le sue linee ferroviarie abbandonate e dimenticate da troppe gestioni malamente illuminate.

Non abbiamo voglia né intenzione di farci chiudere da nessuno. Noi e le nostre stazioni".
Questa, la dura presa di posizione del presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, nei riguardi dell'ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, per le sue recenti dichiarazioni sulle tratte ferroviarie minori.

 
 
 
 

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