Strage di Via D'Amelio, il ricordo del presidente Niro

Un'immagine di Paolo Borsellino alcune settimane prima dell'attentato
Un'immagine di Paolo Borsellino alcune settimane prima dell'attentato

Nel ventunesimo anniversario della strage di Via D'Amelio a Palermo, in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e i cinque uomini della sua scorta, il presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Niro, ha inteso ricordare quel tragico evento ed onorare la memoria delle vittime dell'attentato.
 
Questo il testo del messaggio:
«Erano le 16,58 di una tranquilla domenica estiva di ventuno anni fa, 19 luglio 1992, allorquando la città di Palermo, la Sicilia e l'Italia intera, venivano nuovamente scosse da un terrificante boato, a distanza di meno di due mesi dalla strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta.
 
Nel breve volgere di un piccolissimo arco di tempo, la mafia compiva e, forse, completava, il disegno strategico in atto all'epoca, di dichiarare guerra aperta allo Stato, colpendolo al cuore e eliminando un altro dei suoi "servitori" migliori: il magistrato Paolo Borsellino.
Dopo Capaci, Via D'Amelio: ancora morti, sei per la precisione, oltre al giudice, anche cinque uomini della scorta, tra cui anche una donna.
 
Un altro immenso sacrificio per la nostra Italia che, tuttavia, non fu vano, perché certamente contribuì a scuotere le coscienze  della gente e a risvegliare una opinione pubblica nazionale e siciliana in particolare che, senza mezzi termini e senza nessuna possibilità di equivoco, respinse categoricamente quegli atti di violenza, apparsi,  alla totalità della popolazione, fuori da ogni logica  di convivenza civile e sociale.
 
A loro, agli scomparsi, baluardi della difesa dei valori più autentici, significativi e fondamentali per una democrazia, quali la legalità, l'onestà, la civile convivenza, che in uno Stato di diritto non possono essere mai ignorati e che continuano ad essere "vigilati" da tanti altri magistrati, amministratori, impegnati in politica, carabinieri, poliziotti e rappresentanti tutti delle forze dell'ordine, vanno le nostre più profonde e sentite espressioni di riconoscenza e gratitudine.
A distanza di ventuno anni da quel tragico e drammatico evento di Via D'Amelio, ancora una volta l'Italia democratica e lavoratrice, onesta, libera, manifesta i propri sentimenti di infinita gratitudine a Paolo Borsellino ed ai suoi agenti».

 

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