Conferenza permanente Sanità, parere negativo su Piano commissariale

Di Sandro: «Ho rappresentato, anche in seno alla Conferenza permanente, una netta posizione di contrarietà rispetto alla bozza Basso»
Di Sandro: «Ho rappresentato, anche in seno alla Conferenza permanente, una netta posizione di contrarietà rispetto alla bozza Basso»

Si è riunita ieri, presso la sede dell'Assessorato alla Sanità, la Conferenza permanente per la Programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale, chiamata ad esprimere il proprio parere sul Progetto di Piano sanitario elaborato dal Commissario ad acta Basso.

La Conferenza, che vede tra i suoi componenti esponenti delle Istituzioni provinciali e del mondo del volontariato, ha avuto modo di visionare il Piano sanitario elaborato ed ha raccolto i vari contributi provenienti dalle Istituzioni e dagli attori operanti sul territorio che hanno evidenziato alcune problematiche nella programmazione dei servizi di politica sanitaria prevista dal documento.
Nel corso della riunione, i componenti hanno avuto modo di confrontarsi e dibattere sull'assetto di base del Piano presentato e sui chiarimenti richiesti a Commissario e Sub commissario rispetto ad alcune scelte. La Conferenza, al termine dell'esame e della discussione, ha deciso di esprimere parere negativo sul documento stesso.

«Ho ritenuto di fondamentale importanza - ha dichiarato l'Assessore regionale alla Sanità, Filoteo Di Sandro - rappresentare, anche in seno alla Conferenza permanente, una netta posizione di contrarietà rispetto alla "Bozza Basso" che, di fatto, sferra un colpo mortale alla sanità pubblica regionale. Le linee programmatiche indicate nel documento non sono, infatti, adeguate a fornire una risposta efficace ed efficiente alle esigenze di assistenza del nostro territorio regionale, anzi rischiano di compromettere la corretta erogazione dei livelli essenziali di assistenza. Tra gli elementi di maggiore criticità ritengo si possano, infatti, annoverare: la definizione della Rete ospedaliera basata su un taglio cospicuo di posti letto realizzato prevalentemente presso le strutture pubbliche; il depotenziamento dei Presidii ospedalieri "Cardarelli" di Campobasso e "San Timoteo" di Termoli; lo svuotamento dei Presidi ospedalieri di Venafro e di Larino con la relativa perdita del patrimonio di professionalità e specializzazione rispetto ad alcune discipline; la sostanziale riduzione del presidio ospedaliero di Agnone che lascia l'area dell'alto Molise priva di una efficace assistenza; una "Rete dell'Emergenza-Urgenza" che pone al centro dell'organizzazione l'utilizzo dell'elisoccorso non evidenziando, invece, l'organizzazione sul territorio di interventi efficaci per far fronte ad emergenze come quelle dell'infarto e dell'ictus; una drastica riduzione delle sedi di Guardia medica con conseguente penalizzazione delle aree marginali; interventi di edilizia sanitaria che risultano sproporzionati ed anacronistici, si veda, ad esempio, la costruzione del nuovo ospedale di Agnone».

«Ma questi -  ha evidenziato ancora Di Sandro - sono solo quelli più importanti e macroscopici. In seno alla Conferenza, ho ritenuto, infatti, di dover anche porre maggiore attenzione alla metodologia operativa del Commissario che, ignorando completamente il dovere di leale collaborazione e di condivisione delle scelte di programmazione regionale, ha redatto il Progetto di Piano senza fornire informazioni né al Presidente della Regione, né all'Assessore alla Sanità, né al Consiglio regionale. Alla luce di queste oggettive e palesi difficoltà e problematiche ho chiesto, alla Conferenza, non solo di fornire un parere negativo rispetto al documento presentato ,ma di voler anche intercedere presso i Ministeri affiancanti affinché non si proceda all'approvazione della bozza trasmessa dal Commissario Basso in quelle sedi romane».

«È necessario - ha concluso l'Assessore -  elaborare un nuovo Piano che sia effettivamente disegnato sulla base delle esigenze di assistenza regionale e che sia, al tempo stesso, sostenibile sotto il profilo finanziario. Non si può pensare, inoltre, di prescindere dalla condivisione di un atto di programmazione tanto importante con gli Organi istituzionali regionali, nonostante il Commissariamento, perché questi ultimi sono rappresentativi di un territorio e di specifiche necessità che non possono essere ignorate solo in ragione di calcoli matematici effettuati nel chiuso di una stanza da tecnici romani».

 

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