Il Presidente Iorio al Dies Academicus della Cattolica

"Valorizzare le eccellenze e ridurre la mobilità passiva"

Intervenendo in mattinata al Dies Academicus del Centro di Ricerca e Formazione ad Alta Tecnologia nelle Scienze Biomediche "Giovanni Paolo II", il Presidente della Regione, Michele Iorio, ha dichiarato:

"Il Centro di Alta Specializzazione dell'Università Cattolica di Campobasso rappresenta un esempio di buona politica ed è una importante parte attuativa di un "antico" progetto di emancipazione sanitaria dell'intero Sud Italia. Quando, infatti, questo centro fu progettato, parliamo di venti anni fa, si stavano avviando una serie di iniziative che miravano a riassorbire il forte gap infrastrutturale tra Nord e Sud. Da allora, molta strada è stata fatta. Alla concretizzazione operativa di questa iniziativa si sono aggiunte, nell'intero Mezzogiorno, molte altre attività nel comparto sanitario.
 
Centinaia di migliaia di cittadini hanno potuto trovare nella loro terra molte cure per le patologie di cui soffrivano, eliminando gli umilianti e faticosi "viaggi della speranza" nelle strutture del settentrione. Purtroppo, però, il gap è stato solo ridotto, ma non sanato. Esistono ancora molte differenze tra il Nord e il Sud. La situazione territoriale e demografica è ancora diversa. E nell'ambito di una logica federalistica, vista come opportunità di crescita e sviluppo dei territori e che prevede una forte responsabilizzazione dei governi locali, non si può immaginare una sanità con qualità e quantità eguali su tutto il territorio nazionale, se non si accetta il fatto che,  rispetto a problemi diversi, occorrono soluzione diversificate.

Dobbiamo, in altre parole, comprendere e far comprendere che, per arrivare ad evitare gli sforamenti nei bilanci sanitari delle varie regioni, è necessario che si raggiunga la stessa posizione di partenza, diversamente il divario tra Nord e Sud non diminuirà ma aumenterà. E', dunque, opportuno fare un'attenta riflessione sulla redistribuzione del fondo sanitario nazionale. Una riflessione che deve tenere conto delle peculiarità di ogni regione e della relativa popolazione.
 
Il Molise, ad esempio, dal canto suo, è impegnato in un programma di risanamento, ma ha diritto ad avere le risorse necessarie a fronteggiare, nella fornitura delle prestazioni sanitarie, le proprie specificità orografiche e demografiche. Siamo impegnati a riorganizzare il nostro Servizio Sanitario, ma abbiamo in mente un percorso che non deve assolutamente distruggere quanto di buono si è realizzato nel passato. Le esperienze positive devono anzi essere esaltare ed erte a sistema.
 
Dobbiamo, quindi, valorizzare le eccellenze, come quelle di questo Centro, che ci sono sul nostro territorio e utilizzarle anche per ridurre la mobilità passiva che pesa finanziariamente in maniera molto consistente e preoccupante sul nostro bilancio. Libereremo, così, nuove risorse da reinvestire in ricerca e in assistenza di qualità".

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