Dipendenze, approvato il Piano di azione regionale

Di Sandro: «Una nuova metodologia di lavoro che ci consentirà di offrire solide risposte ad una delle più dannose problematiche moderne»
Di Sandro: «Una nuova metodologia di lavoro che ci consentirà di offrire solide risposte ad una delle più dannose problematiche moderne»

La Giunta regionale del Molise ha approvato il  Piano di azione regionale sulle dipendenze 2012-2015 (P.A.R.D), strumento di indirizzo e programmazione per le politiche di settore.

L'adozione di un Piano di azione regionale di contrasto alle dipendenze patologiche rappresenta un atto concreto ed un buon punto di partenza per la definizione di politiche efficaci sul territorio. Il Piano Nazionale Antidroga aveva espressamente previsto l'elaborazione, in ogni Regione, di specifici piani che definissero le modalità di contrasto alle dipendenze e tracciassero un nuovo percorso di azione avverso un fenomeno sempre più dilagante sul territorio.

La redazione del Piano è stata il frutto del lavoro degli operatori che, a vario titolo, sono attivi nel settore e che hanno collaborato con la Struttura regionale attraverso incontri periodici finalizzati a raccogliere indicazioni e suggerimenti concreti, frutto dell'esperienza maturata sul campo.
«Per questi motivi - dice l'Assessore  regionale alla Sanità e alle Politiche sociali, Filoteo Di Sandro -  ritengo che l'adozione del Piano di azione regionale sulle dipendenze possa considerarsi una piccola soddisfazione nell'ottica dell'individuazione di una nuova metodologia di lavoro che ci consentirà di offrire solide risposte ad una delle più dannose problematiche moderne».

«Il fenomeno delle dipendenze patologiche - spiega Di Sandro - è in costante aumento, specie se si pensa alle ridotte dimensioni del nostro territorio e non riguarda più, come erroneamente si ritiene, solo l'uso di droghe o di alcool, ma si estende anche alle cosiddette nuove dipendenze come la dipendenza da gioco di azzardo (gambling) o dalle nuove tecnologie (internet o videogiochi). Ad esserne colpiti sono sempre più i giovanissimi, ma non va sottovalutato il fenomeno anche tra le persone di età più adulta. Le Istituzioni non possono assistere passivamente alla crescita di tali patologie che finiscono non solo per nuocere alla salute delle persone che purtroppo ne sono vittime ed alle loro famiglie, ma diventano anche un costo sociale  ed un problema di sicurezza. Alla luce di queste considerazioni, la risposta non può essere solo quella terapeutica; è necessario che, con la collaborazione di tutti i soggetti deputati ad intervenire, si costruisca un vero e proprio percorso che spazi dalla prevenzione alla riabilitazione».

Il Piano prevede la costituzione di aree di intervento che vanno dalla prevenzione, alla diagnosi e cura delle dipendenze; dalla riabilitazione al reinserimento lavorativo dei soggetti colpiti fino alla formazione, monitoraggio e valutazione dei servizi e dei risultati conseguiti. Le azioni prioritarie dovranno riguardare l'elaborazione di Piani comunali di prevenzione; l'implementazione di interventi informativi; la stesura di protocolli d'intesa pubblico/privato relativamente alle procedure diagnostiche e di cura; l'attivazione di un network regionale per la messa in pratica di progetti di reinserimento; l'attivazione di una struttura di monitoraggio delle azioni e dei risultati che dovranno essere necessariamente attuati dalle Amministrazioni locali in collaborazione con i Ser.T, le Forze dell'Ordine, le Istituzioni scolastiche, le Comunità di recupero e tutte le Associazioni dei familiari e interessate al fenomeno.

«Solo da un lavoro multidirezionale e da un'opera costante di formazione/informazione sui fenomeni e sulle loro conseguenze - evidenzia l'Assessore -  sarà possibile trarre, nell'arco di un triennio, risultati visibili che possano tracciare il cammino da seguire anche nella programmazione futura. Mi auguro, pertanto, che questo modello di lavoro basato sulla condivisione dei percorsi, sulla sinergia delle azioni e sulla specializzazione degli interventi mirati possa costituire un esempio di risposta concreta ai tanti cittadini che vivono situazioni drammatiche e che chiedono a gran voce interventi concreti».

«Alla luce di queste considerazioni -  conclude Di Sandro - ritengo di fondamentale importanza la massima diffusione dei contenuti del Piano tra tutti i soggetti del territorio che sono chiamati, a vario titolo, ad intervenire; a tal fine organizzeremo, a breve, incontri informativi che vedano la partecipazione dei Ser.T. e di tutte le Istituzioni ed Associazioni interessate».

 

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