Articoli "la Repubblica", Iorio replica a Mario Pirani

Gentile dottor Pirani,

le chiedo la cortesia di poter replicare brevemente alla recensione del libro che mi riguarda, "Il regno del Molise", pubblicata su due puntate della sua rubrica "Linea di confine" (22 febbraio e 1° marzo).
Lo ritengo necessario perché, accettando di buon grado le critiche e le osservazioni che vengono da un giornalista del suo valore, e sicurissimo della assoluta trasparenza del mio impegno di governo (che sono disponibile a discutere con lei in qualunque momento, a cominciare dalla questione del cosiddetto "Termoli Jet", ampiamente superata e risolta), c'è una cosa cui non posso in nessun modo acconsentire, per ossequio alla pura realtà dei fatti, ed è la qualifica di "eroe" per l'autore del libro in questione.

Valuterà lei, sulla base di elementi concreti, se il personaggio di cui parliamo sia più prossimo alle atmosfere "ingenue e oneste" dei film di Frank Capra, da lei così brillantemente evocate, oppure a quella zona ibrida che sta ai margini della politica, non avendo avuto la possibilità di entrare a farne parte a pieno titolo (candidatosi alle ultime elezioni regionali, D'Ambrosio ha racimolato un numero insignificante di consensi). E senza per nulla disdegnare quegli incarichi e quei finanziamenti che nel libro vengono presentati come motivo di scandalo e di grande indignazione.

Per i finanziamenti, mi limito al settore della Cooperazione e in particolare al Programma interventi 1995-1996, quando, su una disponibilità di 600 milioni di lire, 326 milioni venivano assegnati alla Confcooperative Molise di cui D'Ambrosio era all'epoca direttore.
Per questi finanziamenti, a seguito delle indagini della Guardia di Finanza, la Sezione Giurisdizionale per la Regione Molise della Corte dei Conti, con la sentenza 263/02 (depositata il 7 novembre 2002), condannava in solido Vinicio D'Ambrosio [e altra persona] al pagamento della somma di euro 32.566,77.
Fra le diverse irregolarità riscontrate, si accertava che la Confcooperative Molise, «chiesto e ottenuto un rimborso pari a £. 53.361486 per canoni di locazione, riscaldamento, telefono, energia elettrica, pulizia locali, ecc.», provvedeva «a sublocare, nello stesso periodo, il medesimo immobile (peraltro con sublocazioni non registrate), ricavando, per tali sublocazioni, un importo complessivo di £. 59.135.000».
Inoltre, rilevava la Corte dei Conti, «solo una piccola parte del finanziamento era destinato alla promozione della cooperazione ed all'assistenza tecnica, amministrativa e finanziaria alle cooperative, mentre la maggior parte della somma era destinata al personale e alle spese generali». In particolare, delle spese per il personale, 111.773.988 lire venivano "utilizzate per il pagamento di stipendi, arretrati e trasferte al Direttore della Confcooperative Molise", ossia Vinicio D'Ambrosio. La sentenza veniva confermata in appello nel 2003 (sentenza n. 516/03, depositata il 18 novembre 2003) e in Cassazione nel 2006 (sentenza n. 22513/06, depositata il 20 ottobre 2006).

Nel corso del 2009 la Regione Molise, tramite Equitalia Polis Spa, procedeva al recupero della somma di euro 45.647,93 tramite cartelle esattoriali, ma senza successo.
Per il Programma interventi del 1999, su una disponibilità di 450 milioni di lire, 223 milioni e 500 mila venivano assegnati alla Confcooperative Molise, con D'Ambrosio sempre direttore. Come nel caso precedente, a seguito delle indagini della Guardia di Finanza, la Sezione Giurisdizionale per la Regione Molise della Corte dei Conti, con la sentenza 111/06 (depositata il10/10 2006), condannava in solido Vinicio D'Ambrosio [e altra persona] al pagamento della somma di euro 60.762,00.

Analoghi i rilievi della Corte dei Conti: alla sublocazione e alle spese per il personale (comprese «diverse poste di danno con riferimento al trattamento economico del Direttore», Vinicio D'Ambrosio) si aggiungeva «l'acquisto di un'autovettura del costo di lire 22.800.000, spesa per la quale - osservava la Corte dei Conti - ai sensi della legge regionale n. 6 del 1995 non è ammissibile il contributo e comunque effettuata dopo la fine del progetto».
La sentenza veniva confermata in appello nel 2009 (sentenza n. 106/09, depositata il 23 marzo 2009). Il 12 giugno 2009 la stessa sentenza veniva trasmessa alla Procura Regionale della Corte dei Conti del Molise, al ministero dell'Economia e Finanze e alla Regione Molise, che a sua volta la trasmetteva al Servizio Avvocatura Regionale per i provvedimenti di competenza.

Per gli incarichi, nell'elenco personale di D'Ambrosio figurano: consigliere di amministrazione dell'Istituto Autonomo delle Case Popolari; componente del Consiglio della Camera di Commercio di Campobasso; membro della Giunta della Camera di Commercio di Campobasso dal 23/10/1992 al 30/04/2003; consigliere di amministrazione dell'Unione Regionale della Camere di Commercio del Molise dal 19/01/1993 al 30/04/2003; componente del Comitato Tecnico Scientifico ERSAM [Ente Regionale di Sviluppo Agricolo per il Molise]; componente della Commissione Regionale della Cooperazione di cui all'art. 2 della Legge Regionale 6/1996 (per più di dieci anni); componente della Commissione Regionale Tripartita istituita ai sensi della Legge Regionale 27/1999; membro della Consulta Regionale dell'Emigrazione di cui alla Legge Regionale 10/1977; membro della Consulta per i problemi degli anziani di cui alla Legge Regionale 21/1990; componente della Commissione Provinciale di Campobasso e della Commissione e della Commissione Regionale del Molise per la manodopera agricola; componente della Commissione per la determinazione dei valori agricoli medi per la Provincia di Campobasso. E non è un elenco completo.

Le riferisco questi fatti, dottor Pirani, ricavati non da chissà quali indagini ma da una rapidissimo spoglio della documentazione più immediatamente a portata di mano dei miei collaboratori, non per un qualsiasi attacco ad personam, facile ai limiti del maramaldesco. Lo faccio innanzitutto come ragione del non aver contestato i contenuti del libro, come lei mi addebita, poiché non ritengo che l'autore possieda i requisiti minimi di credibilità per poter affrontare un qualsiasi contraddittorio. In secondo luogo perché lei possa valutare il grado di oggettività, di imparzialità (e diciamo pure di disinteresse) con il quale l'autore presenta dati obsoleti, già molte volte dibattuti, in molti casi smentiti, per la maggior parte pedestremente ricopiati da articoli di giornale, in particolare Nuovo Molise Oggi, le cui finalità ritorsive sono non soltanto note, ma nel mio caso anche comprovate per tabulas, ovvero per testimonianza diretta e mai smentita di uno dei suoi direttori.
A questo genere di complotti, e non altri, meno che mai suoi, mi riferivo, confermandole che per tutto il resto non esiste traccia di una qualsiasi indagine che riguardi la corruzione o che sia anche solo vagamente riconducibile a una qualche Tangentopoli, da lei forse un po' troppo sbrigativamente richiamata nell'introduzione del suo articolo.   
                                                                                     

Con stima
Michele Iorio


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