«Non è possibile accettare sul piano politico e istituzionale l'immotivata e caparbia cancellazione della Provincia di Isernia. Una decisione grave, assunta in un provvedimento di carattere economico, votato poi frettolosamente, con una forzosa fiducia, da parte del Parlamento. Così, con un tratto di penna, si cancellano battaglie e successi che hanno portato alla creazione di una provincia, quella di Isernia, che in quarant'anni di vita ha creato oggettivamente un grosso sviluppo per il territorio che ha amministrato, organizzato e gestito. Non possiamo, dunque, che attivare come Regione tutte le procedure per impugnare in sede costituzionale una decisione che non condividiamo né nella forma né nella sostanza».
Lo ha detto il Presidente della Regione, Michele Iorio, commentando il voto del Parlamento sul provvedimento proposto dal Governo che in pratica sopprime la Provincia di Isernia.
«Attiveremo da subito - ha detto ancora Iorio - un Tavolo di confronto con le Istituzioni territoriali, con le forze sociali e con l'intero mondo dell'associazionismo, oltre ovviamente che con i cittadini, per immaginare una riorganizzazione complessiva dei vari livelli amministrativi al fine di conservare le funzioni autonome sul territorio della provincia di Isernia. Ciò con l'obiettivo finale di ridurre i costi di gestione di tutte le Istituzioni, primi tra tutti quelli della Regione, dimostrando che si può risparmiare e nel contempo dare servizi qualificati ed esaustivi. A tal fine, utilizzeremo appieno i poteri costituzionali che le Regioni hanno in tema di organizzazione e politiche del territorio».
«Apriremo poi parallelamente - ha continuato il Presidente della Regione - un altro Tavolo di confronto con le forze politiche nazionali e regionali, tutte, nessuna esclusa, affinché la presenza dello Stato non venga indebolita sul nostro territorio e non vengano attivati deleteri accorpamenti che minino la nostra sicurezza e il tessuto socio-economico locale. Sarà questo il banco di prova dell'attuale classe dirigente molisana, chiamata a dimostrare, oggi più che mai, il proprio attaccamento alla storia millenaria, alle tradizioni e all'identità di questa regione. Dovremo in pratica dar vita ad un modello istituzionale complessivo che sia più snello, meno costoso, più operativo, più veloce e meno pletorico, ma che sappia dare risposte chiare, veloci ed esaustive ai cittadini e al mondo delle imprese».
"Penso - ha concluso - in sostanza ad una riorganizzazione complessiva, in attesa che in futuro altri Governi e altri Parlamenti, magari non assillati dalla crisi, ci restituiscano il "maltolto"".