In occasione del "Giorno del ricordo", dedicato in tutta Italia alla memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo degli Istriani, Fiumani e Dalmati dalle loro terre, il Presidente della Regione, Michele Iorio, ha pronunciato un messaggio ai molisani.
"Ricordare, capire, far si che non si ripeta mai più. È questo il significato più autentico del "Giorno del Ricordo".
Quello delle foibe fu un vero e proprio genocidio dimenticato per tante ragioni dalla storia ufficiale e che, da qualche anno, meritoriamente, lo Stato italiano, attraverso il suo Parlamento, ha voluto portare all'attenzione dell'opinione pubblica.
È quindi dovere di tutti noi interrogarci sul perché si sviluppò quell'odio etnico anti-italiano e perché esso si trasformò in ferocia e in una sanguinosa "caccia all'uomo", determinando la tragica e orrenda morte di decine di migliaia di nostri connazionali. È parimenti dovere del mondo della cultura e della politica capire e rigettare le motivazioni che sottesero all'oblio che ha coperto, per quasi 50 anni, questi orrori. Orrori compiuti spregiudicatamente dai "titini" e coperti in qualche modo anche da una parte del nostro sistema politico e informativo. Una "patologia" storica questa, che trova un "contraltare" nell'aver indugiato forse troppo a guardare e riconoscere anche gli atti di violenza gratuiti, seppur circoscritti, non efferati e non numerosi, compiuti dai soldati italiani, sempre in quelle zone, nei primi anni della seconda guerra mondiale.
Una democrazia matura deve saper guardare senza pregiudizi e veli ideologici alla propria storia, deve saper riconoscere i suoi errori e deve saper chiedere conto di quelli fatti da altri, come accaduto con le foibe. L'Europa unita, nata con il fine di superare quelle divisioni tra stati rivali che caratterizzavano questo continente da secoli per divenire la grande potenza culturale ed economica di caratura mondiale, deve saper guardare al suo passato con serenità e pacatezza, onorando così il ricordo di tutti coloro i quali furono vittima di persecuzioni razziali, politiche e culturali.
In quest'ottica, dunque, la storia del massacro delle foibe deve essere patrimonio culturale di tutta l'Europa e deve responsabilizzare ogni governo e ciascuna società a lottare contro quelle logiche politiche di stampo totalitario e violento che determinarono tale eccidio.
Tutto questo deve essere fatto subito, mentre sono ancora vivi migliaia di italiani che riuscirono in modo rocambolesco a salvare la vita ma, che ebbero la propria esistenza travolta irrimediabilmente da quel cieco odio etnico e politico. E' questo una sorta di risarcimento morale di ciò che hanno sofferto questi italiani in quei momenti e della negazione del ricordo che hanno patito poi, negli anni del dopoguerra".