Respinta la mozione di sfiducia a Iorio

 Si è conclusa poco dopo le 17,00 di oggi, la Seduta del Consiglio regionale del Molise, convocata dal Presidente Mario Pietracupa con un Ordine del giorno contenente 25 argomenti.
I lavori, iniziati intorno  alle ore 11.00, sono andati avanti ininterrottamente ed hanno interessato, per quasi tutta la durata della riunione, una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente della Giunta regionale, Michele Iorio, a firma dei Consiglieri di opposizione, Di Laura Frattura, Ciocca, Parpiglia, Leva, Monaco, Romano, Petraroia, Di Pietro, Totaro, Chierchia, Di Donato e Tedeschi.
La mozione è stata respinta a maggioranza con sedici voti contrari, dieci favorevoli, un'astensione, quella del Presidente Iorio. Tre gli assenti: l'Assessore Di Sandro ed i Consiglieri Ciocca e Parpiglia.

In avvio di Seduta, dopo alcune comunicazioni all'aula del Presidente Pietracupa, il Consiglio ha votato a maggioranza, dopo una breve sospensione chiesta dal Consigliere Cavaliere,  il rinvio in Prima Commissione delle relazioni del difensore civico regionale per gli anni 2009, 2010 e 2011, cioè i primi tre punti in agenda.
Contro il rinvio in Commissione hanno votato  i Consiglieri Monaco e Romano. Quest'ultimo ha motivato il voto contrario con il fatto che le relazioni 2009 e 2010 dovevano essere discusse prima.  Si sono astenuti Niro , il quale ha affermato di non sapere se la competenza fosse della Prima commissione di cui è Presidente, e Pietracupa.

A questo punto, il Presidente Pietracupa ha messo ai voti una pregiudiziale del Presidente Iorio tendente a far anticipare la discussione, con la priorità del caso, sulla mozione di sfiducia presentata dalla minoranza, collocata al 21° punto dei lavori.
«Non possiamo parlare di altro - ha detto Iorio - se prima non facciamo chiarezza su una questione che è preminente rispetto ad ogni altro argomento: se questo Presidente, questa Giunta e questo Consiglio regionale, cioè, debbano restare alla guida del Molise».
Il Presidente Pietracupa ha comunicato, però, che occorreva procedere ad anticipare anche il punto numero 6 riguardante una proposta di legge di proroga di organi, enti, istituti ed aziende dipendenti dalla Regione, stante le imminenti scadenze (18 aprile).
Votata l'inversione con i soli voti favorevoli della maggioranza  -  l'opposizione ha votato contro -l'argomento è stato illustrato dal relatore Niro, che ha spiegato che occorre concedere  una proroga, l'ultima, agli organi interessati fino al prossimo 30 giugno 2012. Il punto è passato con i voti della maggioranza; contrari i Consiglieri di opposizione.
Si è proceduto,quindi, ad anticipare la discussione sulla mozione di sfiducia presentata dalla minoranza.

Questo il testo: "Il Consiglio regionale, preso atto che, rispetto allo stato di emergenza sociale ed economica in cui versa il Molise, sono evidenti le criticità e l'inadeguatezza della Giunta regionale; preso atto che lo stesso Governatore nei giorni scorsi è stato condannato in primo grado ad un anno e mezzo di reclusione con interdizione dai pubblici uffici; rilevato che la condanna in abuso di ufficio, seppure comminata in primo grado, rappresenta un grave reato commesso nell'esercizio delle funzioni pubbliche ed istituzionali del Presidente della Regione; rilevato che il Presidente Iorio ha l'obbligo morale di restituire dignità all'Istituzione che guida in nome e per conto dell'intera popolazione molisana; la sua permanenza, alla luce anche delle numerose inchieste nelle quali è coinvolto, rappresenterebbe un atteggiamento intollerabile nei riguardi dei cittadini molisani; valutato che il comportamento di chi ha responsabilità elevate di governo non può essere in alcun modo compromesso da una perdita di credibilità; considerato che la gravità di tali comportamenti, assunti dal Presidente della Regione, hanno delegittimato il Governo regionale; rilevato che questa legislatura appare definitivamente compromessa per l'impossibilità del Presidente della Regione, di esercitare con credibilità, autorevolezza e autonomia la necessaria azione di governo con riguardo ai bisogni concreti della società molisana; dichiara ai sensi e per gli effetti dell'articolo 63 del Regolamento consiliare della regione Molise la sfiducia al Presidente della Regione".
L'inversione è stata votata all'unanimità e si è avviata la discussione che, come era prevedibile, ha coinvolto quasi tutti i Consiglieri, di maggioranza e di opposizione, chi con un lungo interevento, chi con la sola dichiarazione di voto.

Tutti i Consiglieri dello schieramento di centrosinistra intervenuti (Di Laura Frattura, Di Pietro, Romano, Leva, Chierchia, Monaco ,Tedeschi e, per dichiarazione di voto, Petraroia, Tedeschi, Chierchia, Di Pietro, Romano, Frattura e Leva) hanno chiesto al Presidente di "fare un passo indietro", prima di arrivare al voto, giudicando negativamente la sua gestione. 
Di avviso contrario, gli interventi dei Consiglieri ed Assessori del centrodestra (Sabusco, Tamburro, Vitagliano, Scasserra, D'Aimmo, De Bernardo, Fusco Perrella , Niro e, per dichiarazione di voto, Cavaliere), che hanno difeso il Presidente Iorio e il suo operato amministrativo.

A conclusione del dibattito, e prima della dichiarazione di voto, il Presidente Iorio, prendendo la parola,  ha evidenziato come i toni usati da alcuni consiglieri di minoranza siano stati sicuramente lontani da un sano dibattito politico, perché "impregnati" di acredine e di un giustizialismo poco consono ai valori di libertà, di giustizia e di eguaglianza che sono a base della democrazia. Iorio ha anche dichiarato di aver pensato, immediatamente dopo la condanna di primo grado per abuso d'ufficio, di fare un passo indietro. «Ma è prevalso - ha spiegato - il senso di responsabilità e del dovere che ha caratterizzato trentadue anni della mia vita politica mai sporcati, pur avendo firmato migliaia di delibere ed altre migliaia di decreti ed atti monocratici, da condanne di qualsiasi genere.
 
Segno evidente che, come è giusto che accada in uno stato di diritto, la Magistratura ha fatto il proprio lavoro e verificando l'inconsistenza di alcune accuse - provenienti in modo sistematico da ben caratterizzati e conosciuti esponenti politici di opposizione e miranti esclusivamente all'abbattimento dell'avversario, non potendolo fare al punto di vista elettorale, perché i molisani mi hanno sempre premiato nelle cabine elettorali - le ha sempre archiviate. Cosa che sono certo avverrà anche questa volta in secondo grado, quando potrò spiegare la mia completa limpidezza di azione tesa sempre e comunque a favorire i molisani e non specifiche parti o persone».
Per quanto riguarda poi le critiche di familismo, Iorio ha sottolineato la sua completa avversione etica, politica ed istituzionale a forme di favoritismi per consentire ad aziende, o a interessi riconducibili a uno o più elementi della propria famiglia, di avere una qualche forma di vantaggio ingiusta, non dovuta o illegittima.
«Le accuse di familismo inventato, invece, lanciate da alcuni esponenti dell'opposizione, non trovano basi pratiche in nessuno dei miei comportamenti tenuti in quasi sette lustri di politica in questa regione».


Rivolgendosi poi agli esponenti dell'opposizione che hanno, per loro stessa ammissione, prodotto denunce alle autorità giudiziarie su atti della Giunta regionale, ritenendo questo il giusto ed inedito ruolo delle opposizioni, il Presidente Iorio ha evidenziato come da sempre in Consiglio regionale ci siano stati contrasti tra maggioranza e opposizione, anche aspri, ma comunque basati sulla ricerca dell'interesse della collettività e su un piano politico.
«Resto alla guida di questa Regione - ha concluso il Presidente - consapevole di aver sempre agito per il bene dei cittadini e nella certezza che quando chiuderò il mio percorso politico lo potrò fare a testa alta, grato di aver avuto, sempre e direttamente dai cittadini in libere elezioni, la possibilità di dare concretezza alle mie idee, ai miei valori e alla mia visione di una società giusta. Sono certo che non esiste una legge della politica ed una legge della giustizia. Esiste una sola legge, che è quella scritta nel nostro diritto che, a sua volta, prevede specifici organi penali, contabili, amministrativi e civili per farla rispettare. E questa è l'unica legge che tutti, politici e cittadini, dobbiamo rispettare».

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