Programma attuativo SLA, prima riunione operativa

Di Sandro: «E' opportuno seguire una modalità di lavoro sinergica e collaborativa»
Di Sandro: «E' opportuno seguire una modalità di lavoro sinergica e collaborativa»

Si è tenuta questa mattina, presso l'Assessorato regionale alle Politiche sociali, la prima riunione della Commissione regionale di riferimento per la realizzazione del "Programma attuativo per i pazienti malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica" (SLA), predisposto in funzione di quanto stabilito dal Decreto in materia di "Interventi di assistenza domiciliare ai malati di SLA".

La riunione, presieduta dall'Assessore alla Sanità e Politiche sociali  Filoteo Di Sandro, ha visto la partecipazione della Struttura regionale per le Politiche sociali, dell'ASREM, dei rappresentanti dei Comuni e dei familiari di pazienti affetti da SLA, ed è stata finalizzata a raccogliere informazioni e direttive utili per il miglioramento  e l'attuazione del Programma.

Dal confronto sono emerse alcune problematiche relative alle modalità di individuazione dei pazienti effettivamente affetti da SLA; si è avuto modo, inoltre, di aprire un tavolo di dialogo tra le diverse parti interessate al fine di dare pronta realizzazione al programma.

«La prima riunione della Commissione per l'avvio del Programma attuativo per i malati di SLA - ha dichiarato l'Assessore Di Sandro - mi ha permesso di poter individuare quali sono le effettive difficoltà connesse con la gestione concreta del Piano a livello territoriale. Il confronto con tutti i soggetti interessati (Comuni, ASREM e familiari dei pazienti) ha consentito, infatti, di convogliare l'attenzione sulle possibili criticità che tale programma, destinato esclusivamente ai pazienti affetti da SLA, potrebbe avere se non si seguisse una modalità di lavoro sinergica e collaborativa».
«Nello specifico - ha evidenziato Di Sandro - è emersa la necessità di effettuare maggiori e più stringenti controlli sui soggetti richiedenti, in modo da assicurare che le risorse impegnate siano utilizzate effettivamente dagli aventi diritto e non da soggetti affetti da patologie similari. Solo così sarà possibile assicurare ai  malati di SLA quelle azioni previste dal Programma attuativo e garantire che l'impiego di risorse conduca alla definizione di Piani di assistenza individuale efficaci ed efficienti».

«Mi auguro - ha concluso l'Assessore - che il confronto odierno possa costituire l'esempio di un modus operandi incentrato sul dialogo tra istituzioni e società, necessario, ancor di più,  quando ci si muove in settori delicati e vitali come quello delle persone affette da gravissime ed invalidanti patologie degenerative».

 

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