Vittime degli incidenti sul lavoro, Picciano ricorda la Sessantunesima Giornata

Anche l'ANMIL di Campobasso ed Isernia hanno promosso la celebrazione della Gionata nel Molise
Anche l'ANMIL di Campobasso ed Isernia hanno promosso la celebrazione della Gionata nel Molise

Il Presidente del Consiglio regionale del Molise, Michele Picciano, in occasione della Sessantunesima Giornata nazionale delle vittime del lavoro, le cui celebrazioni sono previste per domani 9 ottobre, ha inteso ricordare  l'evento a nome suo personale e dell'Istituzione che rappresenta.

«E' un'occasione - ha detto il Presidente Picciano - per sensibilizzare alla cultura della sicurezza in ambito lavorativo e, parallelamente, per onorare la memoria di chi è deceduto facendo il proprio mestiere».

Morire lavorando è inaccettabile -  ha continuato - anche perché troppo spesso situazioni di palese spregio per le regole vengono sopportate, se non incentivate dai più, erroneamente persuasi che i pochi benefici economici possano valere il rischio di un ambiente di lavoro carente sotto il profilo della sicurezza».

Picciano ha fatto poi riferimento ai recenti fatti di Barletta: «Una tragedia nella quale i vizi del Meridione si moltiplicano toccando il culmine nella disperazione di una superstite, avvilita perché nuovamente disoccupata. Senza diritti, purtroppo, non si hanno prospettive, e la vita stessa diventa accessoria, qualcosa di scarificabile sull'altare di un lavoro pericoloso e mal retribuito».
Commentando i dati Inail del primo semestre 2011 che evidenziano una riduzione degli incidenti sul lavoro, definita incoraggiante dallo stesso Ente, il Presidente del Consiglio regionale del Molise ha espresso  cauto ottimismo  nei confronti dei molti infortuni in meno rispetto allo stesso periodo del 2010.

«Restano però stabili gli incidenti mortali -  ha puntualizzato - e non può rallegrare la contrazione record, con la quale si è scesi per la prima volta dal dopoguerra sotto la soglia dei 1000 decessi».
Per Picciano «è fondamentale innalzare ancora il numero dei controlli e, parallelamente, implementare le azioni di sensibilizzazione e prevenzione. L'obiettivo zero vittime sul lavoro non è una chimera, ma passa anche e soprattutto attraverso la coscienza dei propri diritti e l'affermazione di rapporti lavorativi solidi e sani, in primis sul piano umano».

 

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