Il Presidente della Regione, Michele Iorio, in ricordo delle vittime dell'11 settembre 2001, ha reso noto il seguente messaggio: «L'attacco alle Torri gemelle dell'11 settembre del 2001 rappresenta forse il primo evento globale che ha coinvolto e impressionato sia i popoli che i singoli individui dell'intero pianeta. Al di là della viltà che caratterizza tutti gli attacchi terroristici, questo, in particolare, fu una sorta di spettacolarizzazione della violenza e dell'odio di un fondamentalismo islamico ben connotato e rivolto nei confronti dell'occidente come entità sovranazionale, politica, culturale e valoriale.
Certamente, il mondo non fu più eguale da quel momento. Il III millennio si apriva e creava una discontinuità forte con il passato. Nasceva un nuovo tipo di guerra che non utilizzava eserciti in tuta mimetica e carrarmati corazzati, ma singole falangi costituite da piccoli gruppi di uomini disposti a morire pur di infliggere dolore e sconcerto al nemico senza fare distinzioni tra soldati e civili indifesi. Dunque, tutti eravamo bersagli in una nuova guerra senza regole e che aveva tutta l'aria di non fare prigionieri.
Allo sconcerto però di dover affrontare un nemico senza connotati precisi - ma che assumeva il volto di uno rampollo barbuto fino ad allora poco conosciuto, figlio di una facoltosa famiglia di imprenditori Saudita, che si autocandidava a guida di un gruppo estremista e fondamentalista di ispirazione islamica - l'occidente e i suoi governi seppero rispondere con il rigetto delle contrapposizioni delle civiltà e delle religioni, sapendo ben distinguere tra terroristi e mondo arabo ed islamico. Si iniziò una guerra globale contro i primi, si volle aprire un dialogo permanente con i secondi. Un conflitto che è ancora in corso e che, dopo quella data, vide altre stragi a sfondo mediatico, come Madrid e come Londra.
E' giusto, dunque, continuare la guerra senza tentennamenti contro i "signori del terrore", ma è altrettanto opportuno comprendere, dal punto di vista culturale ideologico e sociale, il variegato mondo dell'islam e avere con esso rapporti paritetici e dialoganti per costruire insieme un futuro dell'umanità indirizzato alla pace e alla giustizia. A distanza di 10 anni da quegli eventi, è giusto ricordare anche il senso di umanità e di sobrietà degli statunitensi e dei newyorchesi, in particolare, che si strinsero intorno alle famiglie di chi perse la vita non facendole sentire sole e considerando ciascuna vittima come un proprio amico o una persona cara. Da questi eventi, dalla loro tragicità e dal dolore che scatenarono emerge l'impegno per tutti gli uomini che credono nella giustizia e nell'uomo a far sì che fatti del genere non abbiano a ripetersi».
Anche il Presidente del Consiglio regionale, Michele Picciano, ha espresso parole di dolore e di solidarietà per gli innocenti che pagarono con la vita per la sola ragione di trovarsi lì, a New York, in quella tragica mattinata: «La verità tremenda dell'aggressione terroristica, da qualunque parte provenga, è che divora il destino di persone innocenti, indifese, perché certamente non preparate a reagire. Alla base dell'11 settembre, come è noto, ci fu una volontà violenta e criminale di scardinare la civiltà occidentale attraverso il ricatto della morte e della paura. Eppure, in tutto quell'inaffrontabile dolore, a reagire fu proprio il corpo solido e sano della civiltà. Gli eroici Vigili del Fuoco, i soccorritori, i volontari».
«Oggi come allora - conclude Picciano - condanniamo senza mai stancarci ogni forma di terrorismo, e difendiamo con ogni mezzo la cultura della pace, della convivenza sociale e civile. Anche il ricordo serve a tenere alta la guardia contro le derive oscurantiste della violenza che annienta la vita umana e la ragione».