Abolizione piccoli Comuni, Muccilli: «Ecco perché i molisani debbono ribellarsi»

Muccilli. Duro attacco contro quella che l'Assessore definisce la «demagogia leghista»
Muccilli. Duro attacco contro quella che l'Assessore definisce la «demagogia leghista»

In relazione all'attuale dibattito parlamentare sull'abolizione dei piccoli Comuni, interviene l'Assessore regionale agli Enti locali, Salvatore Muccilli:

«La responsabilità connessa all'esercizio di funzioni di governo e di amministrazione è una cosa seria e non può essere piegata o distorta per motivi elettorali o di bassa cucina politica. La mia ferma e immediata opposizione alle misura di razionalizzazione dei costi della politica, o - come più pomposamente definite dal ministro Tremonti - di taglio delle poltrone nasce proprio da questo: dalla mistificazione che ne è alla base.
 
In primo luogo, non si tratta di poltrone ma a stento di sgabelli e, forse, nemmeno di quelli. Come è stato da questo Assessorato scientificamente studiato, la soppressione dei Consigli comunali e delle Giunte dei Comuni con meno di 1000 abitanti nel Molise porta all'erario un risparmio di tre centesimi di euro - sottolineo trecentesimi di euro-  all'anno per abitante della regione. In compenso, questo risibile taglio desertifica le piccole realtà locali, abbandonando al loro destino popolazioni ridotte spesso composte da persone anziane e bisognose.
 
Per una manciata di euro questi "politici" offrono a collettività già fortemente emarginate sostegno, supporto e vera e propria disponibilità nella soluzione di problemi della vita quotidiana. La sensazione, allora, che la misura sia stata disposta solo per fare demagogia, per poter dire alla popolazione italiana che questo Governo, e in specie la componente leghista in affanno di consensi e di idee, ha tagliato migliaia di poltrone. Invece, si sono tagliati i miseri rimborsi spese di  "poveri cristi" che cercano di rendersi utili alla collettività in cui vivono.

Altro sarebbe stato tagliare prebende e appannaggi dei Ministri, delle loro Segreterie nonché degli oneri  dello spostamento a Brera dei Ministeri "leghisti", una follia politica che tra mobili,arredi, allestimenti e personale costerà al contribuente di gran lunga di più degli Assessori comunali e dei Consiglieri dei micro comuni da sopprimere. Con un'altra differenza: a Brera spendiamo soldi per supportare Bossi e il suo entourage, nei micro comuni invece diamo qualche manciata di euro per aiutare famiglie e persone bisognose di sostegno. Ma quello che non va in questa faccenda non è solo il mancato risparmio e la mistificazione leghista. Quello che non va è anche il rapporto fiduciario che deve esistere tra un Governo e chi sul territorio deve applicare i suoi provvedimenti.
 
Mi spiego meglio. A seguito del Decreto Legge n. 78 del  31 maggio 2010, poi convertito nella Legge numero 122 del 30 luglio 2010, è stato disposto l'accorpamento delle funzioni fondamentali dei Comuni con popolazione fino a 5000 abitanti, da esercitarsi obbligatoriamente in modo associato. Una scelta condivisibile e che può realmente comportare economie di scala e risparmi di costi significativi anche nelle piccole realtà comunali. Ebbene, in Molise il sottoscritto e il Governo di cui fa parte hanno preso estremamente sul serio la previsione del Decreto.
 
E l'hanno presa talmente sul serio da approvare in Consiglio regionale una Legge, la n. 6 del 1° aprile 2011, recante "Norme sull'organizzazione dell'esercizio di funzioni e compiti amministrativi a livello. Soppressione delle Comunità Montane". In pratica, abbiamo applicato alla lettera quanto il Governo ci aveva prescritto, chiudendo tutte le Comunità montane e, nel contempo, operando per associare i Comuni e realizzare efficientamenti su larga scala degli stessi. Non solo. Tenuto conto che i piccoli Comuni sono realtà deboli ma ricche di storia, sono importanti presidi del territorio ed hanno grandi valenze e potenzialità culturali e turistiche, con altro provvedimento legislativo, la Legge del n. 9 del 3 marzo 2009, avevamo già previsto misure di sostegno per i piccoli Comuni molisani che cercavano di evitare lo spopolamento e di rivivificare i loro borghi.

In questa legge si danno contributi una tantum per nuove nascite di famiglie residenti, si dispongono agevolazioni per il mantenimento della residenza, si forniscono incentivi alle attività imprenditoriali, si sostengono politiche di recupero edilizio e di animazione e supporto sociale. Credevo, sino alla Manovra di Ferragosto, di essere stato bravo, pensavo di aver risolto in modo innovativo e puntuale un problema importante e annoso. Poi è arrivata la Manovra di Ferragosto e ho compreso, purtroppo, che quelli bravi - ma vorrei dire piuttosto furbi - sono invece gli altri.
 
Sono i leghisti che con la loro demagogia un tanto al chilo tagliano migliaia di poltrone inesistenti, ma riservano invece uno scranno alla trota figlia del capo. Ed è per questo che ho detto basta. Con l'Onorevole Gianfranco Miccichè, nell'ambito del progetto Forza del sud, un progetto che deve ridare dignità alle popolazioni meridionali, ho organizzato la protesta contro questa norma sopruso, che non risolve nulla, che non serve a nulla, se non a distruggere un intero ecosistema sociale come quello del Molise.
 
Nei prossimi giorni insieme incontreremo i Sindaci e gli amministratori locali coinvolti per avviare una battaglia durissima contro la prevaricazione politica che questa disposizione comporta. E voglio precisare una cosa: noi del Sud non abbiamo bisogno dei soldi del ricco Nord, vogliamo solo quello che ci spetta. Forza del Sud ha l'orgoglio di voler far camminare i meridionali sulle loro gambe e la politica che abbiamo avviato per i piccoli Comuni molisani, una politica di valorizzazione e di risparmio di spesa pubblica, ne è l'esempio più lampante.
 
A Bossi diciamo che non vogliamo alcuna elemosina e non sopportiamo più la sua spocchia. Gli chiediamo anche un'altra grande cortesia: se deve difendere l'orticello di casa sua, lo dica chiaro e tondo. Se non voleva sopprimere la Provincia di Sondrio, è inutile far scervellare gli uffici legislativi ministeriali che devono essere impiegati per cose importanti. E' inutile scrivere cartina geografica alla mano "superiore ai 10 chilometri quadrati" per far sì che la Provincia di Sondrio sia fatta salva. Tanto acume può essere destinato a miglior causa. Bastava semplicemente inserire nel Decreto la dicitura "la Provincia di Sondrio non è soppressa perché della Lega Nord" e avremmo risparmiato tempo che anche da noi equivale a denaro».

 

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