Ancora i giovani sotto la lente d'ingrandimento del Vicepresidente della Regione Mario Pietracupa. Dopo aver preso parte alla Festa dell'Europa organizzata dalla Scuola "D'Ovidio" di Larino e al saggio sui 150 anni dell'Unità d'Italia della Scuola primaria "Scarano" di Campobasso, Pietracupa è intervenuto questa mattina al convegno dal tema "Il gruppo classe e la prevenzione del disagio adolescenziale", Tavola rotonda organizzata a Campobasso dall'Associazione onlus Alesia 2007 in collaborazione con il Convitto nazionale "Mario Pagano" e l'Università degli Studi del Molise.
Nell'Aula Magna del "Pagano", davanti ad una platea composta prevalentemente da ragazzi, Pietracupa ha portato i saluti della Regione e si è poi soffermato ad ascoltare gli interventi dei vari relatori, principalmente psicologi e docenti universitari.
«Parlare dei problemi propri degli adolescenti è compito arduo - ha detto Pietracupa nel suo intervento - soprattutto perché si può arrivare al cuore della questione soltanto adoperando un linguaggio diretto e chiaro, quello preferito dagli stessi ragazzi. Il disagio adolescenziale è materia delicata che non può essere affrontata con le ipocrisie e l'autoreferenzialità. Mi piace rilevare la presenza di tanti giovani oggi.
E' a loro che bisogna parlare al cuore, evitando di pensare che questi ragazzi siano lì, fermi, ad ascoltare le nostre parole senza entrare nel merito di quello che diciamo. Non è così. I giovani devono essere avvicinati nel loro mondo, bisogna capirli e non banalizzare i concetti e fermarsi agli slogan tipo "la droga fa schifo". Il problema è che occorre seguire i ragazzi passo dopo passo, cioè sempre, guardando la vita dal loro punto di vista».
«Quando si parla di disagio giovanile - ha proseguito Pietracupa - si parla di una frazione di secondo in cui un ragazzo può cadere in una delle tante insidie che si trovano lungo il suo cammino. E' in quel momento che il controllo della situazione sfugge non solo al giovane, ma anche a chi dovrebbe capirne anticipatamente i pericoli, e cioè agli adulti che gravitano intorno a loro».
«Tutti, non solo chi ha vissuto sulla propria pelle esperienze traumatiche legate al disagio adolescenziale - ha detto ancora il Vicepresidente - dobbiamo renderci conto che in questo ambito non esistono vaccini o antidoti. A tutti può capitare di toccare con mano una realtà difficile come quella di un figlio caduto nella spirale del disagio giovanile. Dobbiamo, quindi, essere tutti più partecipi alla vita reale, alla vita quotidiana e parlare il linguaggio dei ragazzi, unico modo per poterne carpire i messaggi e le sensazioni».
«Incontri come quello di oggi - ha concluso Pietracupa - sono importanti, ma ancora più importante è che associazioni come Alesia 2007 trovino sempre il coraggio di andare avanti, anche quando le istituzioni sono colpevolmente insensibili o quando, addirittura, davanti agli operatori del settore, si sia alzato il muro dell'indifferenza; è questo, infatti, il più grande ostacolo da superare in un contesto così delicato».