Emergenza profughi, il Molise pronto all'accoglienza

Solidarietą. Il Molise farą la sua parte
Solidarietą. Il Molise farą la sua parte

«Ci siamo impegnati a definire un percorso per i profughi che potranno arrivare ad un totale numerico di 300 o 400 unitą. Per i clandestini siamo in attesa delle decisioni del Governo nazionale».
E' la risposta del Presidente Iorio all'Accordo di solidarietą sull'emergenza profughi, illustrato nel corso del vertice romano di Palazzo Chigi. Nella riunione sono stati anche comunicati i dati dell'emergenza.
 
Sono in tutto 22 mila le persone sbarcate in Italia nelle ultime settimane. Di questi, 20 mila avrebbero lo status di clandestini - in grandissima parte tunisini -, mentre 2 mila, al momento, in quanto provenienti dalle zone di guerra, sarebbero da ritenersi rifugiati o profughi. All'interno di questi numeri, tra i 400 e i 500 sarebbero i minori non accompagnati. Fino ad oggi, 18 mila risultano ospitati in Centri di accoglienza per l'identificazione, Centri che sono per la prevalenza stazionati nel Mezzogiorno. I rimanenti 4 mila sono in attesa di sistemazione.

Il Presidente Iorio ha precisato che tutti gli oneri per la gestione dell'emergenza profughi saranno interamente a carico del Governo centrale.

«Come Regioni - ha detto il Presidente Iorio - condividiamo la necessitą della definizione di un Piano per la sistemazione dei profughi, che attualmente sono  2 mila ma che potrebbero, come evidenziato da alcune analisi approfondite fatte dal Governo, arrivare a 50 mila nelle prossime settimane. Per questi, evidentemente, va immaginato un soggiorno prolungato per giungere ad una graduale integrazione definitiva con la popolazione locale. Su questo punto le Regioni hanno dato la disponibilitą a fare la propria parte coinvolgendo gli Enti locali, le Protezioni civili regionali e gli altri organismi operanti sul territorio».


«Per quanto riguarda, invece, i clandestini, - ha continuato Iorio - la competenza e il coordinamento sono espressamente dello Stato centrale e, quindi, del Ministero dell'Interno. I Centri di accoglienza e identificazione devono, infatti, essere opportunamente realizzati, chiusi e controllati dalle Forze dell'Ordine. Questi Centri vanno dislocati nelle varie regioni del Paese, anche in quelle che al momento non ne ospitano».

 

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