Cerimonia consegna "Stella al Merito del Lavoro", l'intervento del presidente della Regione Molise

Campobasso, Palazzo del Governo. Il Salone di rappresentanza, dove ha avuto luogo la cerimonia
Campobasso, Palazzo del Governo. Il Salone di rappresentanza, dove ha avuto luogo la cerimonia

Campobasso, 1° maggio 2019 - «La scelta di aprire l'articolato della Costituzione con il concetto che l'Italia sia una Repubblica democratica fondata sul lavoro ci invita a riflettere sul significato che assume il lavoro nell'ambito dei diritti e dei doveri del cittadino e su come esso si ponga nell'attuale scenario politico ed economico.

Da anni, è in corso il dibattito se i legislatori costituenti abbiano inteso porre in capo allo Stato l'obbligatorietà di assicurare il lavoro a tutti i cittadini, oppure abbiano voluto intendere il lavoro in senso lato e offrire agli stessi cittadini l'opportunità di dare, attraverso il libero arbitrio, un apporto costruttivo e significativo alla crescita e al progresso materiale o spirituale della società.

Io ritengo che lo spirito della Costituzione vada in entrambe le direzioni.

Non va dimenticato che, nella lunga fase di elaborazione e di discussione che caratterizzò la genesi della Costituzione, si scontrarono due visioni politico-economiche, tra loro confliggenti, sul ruolo che dovesse avere il lavoro nell'ambito della Repubblica e della  società italiana.

La prima, quella che potremmo definire statalista, propendeva per assegnare allo Stato la prerogativa di essere controllore ed erogatore di lavoro, pilotando l'economia attraverso la predisposizione di Piani economici attraverso i quali intervenire direttamente sul mercato del lavoro nel settore pubblico e in quello privato.

Posizione, peraltro, estremizzata da spinte massimaliste in forza delle quali si immaginò finanche di negare la cittadinanza a quanti non fossero impegnati direttamente a dare il proprio contributo alla produzione e all'economia del paese.

La seconda visione, di stampo più liberista, pose all'attenzione dei legislatori costituenti l'opportunità di estendere l'idea di lavoro a quelle attività umane che prevedessero il pensiero, l'ingegno, l'arte, la creatività umana, allargando, dunque, la platea dei lavoratori. Non solo. In base allo stesso orientamento, si suggerì di "ammorbidire" il concetto di diritto al lavoro, ricomprendendolo più in una legittima aspettativa del cittadino, piuttosto che in un obbligo perentorio, da parte dello Stato, di assicurare tale diritto al cittadino.

Prevalse questa seconda ipotesi, nel senso che alla Repubblica fu demandato il compito di porre in essere ogni condizione utile a promuovere il diritto al lavoro, ma non quello di garantirlo. 

Se così non fosse, rispetto a problemi storici e attuali, quali quelli della disoccupazione o dell'emigrazione, dovremmo convenire che lo Stato si sia dimostrato costituzionalmente inadempiente.

Ovviamente, questo non significa che le Istituzioni, a livello centrale e periferico, non siano chiamate ad una assunzione di responsabilità rispetto alla necessità di programmare lo sviluppo del territorio avendo come mission prioritaria quella di sostenere opportunità lavorative. 

Il lavoro è tutto, senza di esso non esiste dignità. Il lavoro deve essere libero, creativo, partecipativo e solidale, come ci ricorda Papa Francesco nella sua esortazione apostolica Evangelii Gaudium.

E in questo giorno il nostro pensiero deve andare innanzitutto ai molisani che il lavoro lo hanno perso, ai giovani che il lavoro non l'hanno mai avuto e che sono stati costretti a cercarlo altrove, in altre regioni e fuori dall'Italia, agli incidenti e alle morti sul lavoro.

Sicuramente, chi amministra la cosa pubblica deve rendersi protagonista di un sostanziale cambio di passo. Le politiche passive, vale a dire di mero sostegno al reddito, hanno fatto il loro tempo e vanno aggiornate e innovate con altrettante politiche attive. Occorre puntare su formazione, orientamento e autoimprenditorialità, azioni funzionali alla valorizzazione professionale dei lavoratori e indirizzate a un loro possibile inserimento, o nuovo inserimento, nel mercato del lavoro. 

La sfida che ci viene posta dal mercato del lavoro è quella di lavorare ad una nuova progettualità che chiami in causa sia i lavoratori, sia il sistema di governance istituzionale, mettendo in campo un rinnovato attivismo, condizione imprescindibile per riequilibrare il rapporto tra domanda e offerta di lavoro. 

Un ultimo passaggio. Colgo l'occasione per formulare le mie personali congratulazioni e quelle della Regione Molise, che mi onoro di rappresentare, alle donne e agli uomini che si sono guadagnati la "Stella al Merito del Lavoro", sette benemeriti lavoratori, il cui impegno e la cui dedizione al lavoro devono costituire per noi tutti  un modello da imitare».

Lo ha detto questa mattina il presidente della Regione Molise intervenendo a Campobasso, presso il Palazzo del Governo, alla cerimonia per la consegna della "Stella del Merito al Lavoro", conferita a sette benemeriti lavoratori del Molise per l'anno 2019.

 
 
 
 
 
 
 
 

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