Punti di primo intervento, precisazione del presidente Toma

Toma: «Necessario attuare un Presidio di medicina territoriale per lo smistamento e la consulenza sul primo intervento»
Toma: «Necessario attuare un Presidio di medicina territoriale per lo smistamento e la consulenza sul primo intervento»

Campobasso, 3 luglio 2018 -  In relazione alle notizie diffuse dagli organi di informazione sull'annunciata chiusura dei Punti di primo intervento di Larino e Venafro, il presidente della Regione Molise, Donato Toma, precisa quanto segue.


«A seguito della preoccupazione sociale che si è generata nei cittadini di Larino e Venafro e anche sulla scorta delle segnalazioni pervenutemi da sindaci, Comitati e associazioni, ho chiesto ai vertici della ASReM di sospendere ogni azione amministrativa tesa alla riorganizzazione dei Punti di primo intervento, soprattutto in assenza del commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo della spesa sanitaria. Nel contempo, ho prospettato loro l'opportunità di studiare e concordare un nuovo assetto organizzativo. Soluzione reputata non accoglibile per i motivi che ritengo debbano essere spiegati con la dovuta chiarezza ai cittadini molisani.


Il Decreto del ministro della salute del 2 aprile 2015 n. 70 ha stabilito che i Punti di primo intervento siano trasformati in postazioni medicalizzate del 118. Dunque, un servizio sanitario provvisorio, limitato nel tempo, operativo nelle 12 ore diurne e presidiato dal sistema del 118 nelle ore notturne.


In ottemperanza al dettato del decreto 70/2015, il Piano operativo sanitario 2015-2018 - approvato con accordo Stato Regioni del 3.8.2016 su proposta del commissario ad acta Paolo di Laura Frattura e diventato successivamente legge dello Stato -  ha previsto, di conseguenza, che presso gli ospedali di Venafro e Larino, oggetto di riconversione, venissero attivati temporaneamente Punti di primo intervento, per accompagnare il processo di riorganizzazione.
Dunque, oggi ci troviamo a dare corso ad un iter amministrativo ineludibile,  posto a suo tempo in essere e rispetto al quale né io, né altri possiamo porre veti.


Già nel Verbale della riunione dei tavoli ministeriali di verifica degli adempimenti legati al Piano di rientro del 4.11.2016 era stato chiesto conto dei tempi di disattivazione dei PPI, che sono stati comunque tenuti in essere fino alla completa riconversione delle strutture, avvenuta nel corso del 2017.


Allo stato attuale, pertanto, completata la riconversione degli ospedali, non è assolutamente possibile procrastinare ulteriormente la disattivazione del servizio,    adempimento - è bene ribadirlo - ope legis.


Per quanto attiene alla preoccupazione sociale legata alla chiusura dei Punti di primo intervento, va chiarito che il servizio non era sostituivo del Pronto soccorso, in quanto gestiva solo le piccole urgenze in loco (ad esempio  piccoli traumi), con il conseguente trasferimento dei casi che necessitavano di sostegno più complesso al Pronto soccorso dell'ospedale più vicino. Pertanto, la sua disattivazione non deve essere percepita come un ridimensionamento dell'attività svolta per l'emergenza. Anzi, l'Atto aziendale dell'ASReM prevede il potenziamento delle postazioni del SET 118, che saranno dotate di ulteriori mezzi, di personale infermieristico e di soccorso per consentire maggiore sicurezza ed equità nei tempi di accesso agli ospedali da tutto il territorio regionale. Tra l'altro, il personale attualmente utilizzato presso i PPI, attivo nelle sole 12 ore diurne, che ha finora contribuito ad affidare le patologie a bassa gravità alle strutture territoriali, svolgendo un ruolo 'educativo' per l'utenza legato alla fase in cui avviene la progressiva dismissione delle funzioni ospedaliere, potrebbe invece contribuire al potenziamento della rete dell'emergenza territoriale al fine di garantire i tempi di trattamento delle patologie tempo-dipendenti.


Sempre al fine di potenziare il servizio di 118, sono in fase di attivazione le procedure di acquisizione delle disponibilità da parte delle associazioni che attualmente forniscono mezzi e soccorritori alla nuova configurazione della rete dell'emergenza per la sua implementazione.
Relativamente a tale aspetto, è stato previsto, oltre alle nuove postazioni  di Campobasso ed Agnone, il potenziamento delle postazioni di Termoli ed Isernia, dotandole di ulteriori mezzi e personale.


Infatti, anche in virtù della breve distanza di Larino e Venafro dagli Ospedali di Termoli e Isernia, il potenziamento temporaneo delle postazioni del 118 situate presso queste strutture potrebbe consentire una rapida attuazione della programmazione volta a riqualificare l'assistenza in emergenza e a rassicurare le popolazioni di quei territori. Spero che quanto fin qui illustrato abbia chiarito meglio la situazione: la disattivazione dei Punti di primo intervento rappresenta una fase dell'intera riorganizzazione della rete dei servizi, processo avviato dal precedente commissario ad acta Frattura, già validato e più volte sollecitato dai Ministeri affiancanti, che non riduce, però,  in alcun modo il livello e la qualità dei servizi di pronto soccorso e primo intervento nelle aree interessate.


Tengo, infine, a ribadire che, dal momento in cui sarò nominato commissario ad acta, spenderò le mie energie - come già tra l'altro sto facendo -  per affermare la necessità di attuare un Presidio di medicina territoriale per lo smistamento e la consulenza sul primo intervento, attivando forme di sperimentazione che prevedano anche il supporto degli Ordini professionali».


 
 
 
 
 
 
 
 

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