Giornata dell'Unità d'Italia e delle Forze Armate: l'intervento del presidente Frattura alla cerimonia di Campobasso

Frattura: "Viva le nostre Forze armate di questo bellissimo Paese"
Frattura: "Viva le nostre Forze armate di questo bellissimo Paese"

Campobasso, 4 novembre 2017 - Di seguito l'intervento del presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, pronunciato stamattina a Campobasso in occasione delle celebrazioni per la Giornata dell'Unità d'Italia e delle Forze Armate.

Il valore del IV Novembre nella storia di questa importante Giornata italiana: festa dell'Unità nazionale e festa delle Forze armate, custodi della nostra stessa Unità. Il IV Novembre attraversa il nostro Paese da circa un secolo: da 98 anni appartiene alle celebrazioni che ci ricordano la fierezza di essere e sentirci italiani. E qui sta il suo valore speciale: sono circa 100 anni che in contesti ogni volta diversi, in situazioni sociali e storiche mutevoli e fluide, noi ci fermiamo e ricordiamo l'Unità di questo nostro Paese e ringraziamo chi da sempre la tutela e ce l'assicura. Anche oggi e soprattutto oggi questa ricorrenza non perde in attualità e significato. Anzi, in numerosi segnali ne riconosciamo una rinnovata importanza.

L'importanza la ritroviamo nella lente ingrandita della nostra Europa che continua a registrare spinte separatiste di un umore popolare che sceglie di assecondare le ragioni dettate da un disordine o nuovo ordine sicuramente difficile da interpretare e gestire. Minimizzare le tensioni sociali che imperversano soprattutto tra le fasce più deboli, in forme nuove di diffidenza e ostilità, significherebbe tradire il compito che ci è stato assegnato e lasciare chi soffre al suo dolore. E invece guardiamo ai cambiamenti della realtà e proviamo a interpretarli per indirizzarli nella giusta direzione. Abbiamo avuto la Brexit, ora l'ingarbugliato caso della Catalogna e poi i referendum in casa nostra per una maggiore autonomia regionale. Consultazioni che danno l'idea di uno sgretolamento generale, improntato a una chiusura autarchica quasi fosse il solo e sicuro mezzo di salvezza.

Davvero non c'è un percorso diverso sul quale riprendere il cammino della condivisione, dell'abbraccio e della solidarietà? Sono questi sentimenti, la condivisione l'abbraccio e la solidarietà, ad averci portato verso una deriva che spaventa. La risposta la conosciamo. Siamo stati un tempo capaci di mutue aperture

straordinarie, oggi ci sentiamo tutti così disorientati da trovare l'ancora di salvezza nell'ostilità e nella chiusura. Fermiamoci e proviamo a tornare su quel sentiero. Il nostro Paese e gli altri Stati europei sono stati grandi nazioni quando non hanno avuto paura di confrontarsi e sostenersi a vicenda per assicurare a tutti l'equilibrio

della pace, il patrimonio più importante che abbiamo, assicurato dal sacrificio delle Forze armate. Questo patrimonio non è nato da niente, è frutto di dolore e coraggio e, ricordiamocelo, anche di morte: preserviamolo dando valore a ogni passo della Storia che ce lo ha garantito. Le nostre Forze armate ne sono il testimone principale, nella nostra Italia e ovunque operino lontano da qui: nelle periferie del mondo i nostri militari sono il volto in cui si rifugiano i più deboli, i più esposti alla violenza, alla sopraffazione e alla sofferenza. Grazie, oggi con orgoglio per la dedizione con cui ogni giorno servite il nostro Paese e noi. È guardando voi, assieme a nostri cittadini, che possiamo capire che per l'Italia l'unità è ancora un valore riconosciuto.

Oggi e ancora domani, viva il IV Novembre, viva le nostre Forze armate di questo bellissimo Paese.

 
 
 
 
 
 
 
 

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