L'Assessore regionale alla Programmazione, Gianfranco Vitagliano, in relazione all'articolo pubblicato sul "Sole 24 ORE" di venerdì 18 giugno, con il quale si è enfatizzata la situazione del Molise per il record che viene attribuito ad esso in merito alla crescita delle spese correnti, ha scritto una lettera al Direttore del prestigioso quotidiano economico.
L'Assessore fa notare che le indicazioni numeriche riportate dal giornale ed i conseguenti giudizi che ne conseguono sono frutto di "un'evidente errata aggregazione dei dati" e precisa che il dato riferito al 2008, su cui insiste particolarmente l'articolo, "ricomprende i trasferimenti da parte dello Stato (411 milioni di euro) a copertura del disavanzo sanitario per gli anni 2005 e precedenti che, per entità, pesano ovviamente su un bilancio di poco superiore al miliardo di euro l'anno".
"A questi trasferimenti - scrive Vitagliano - è seguita, come per le altre regioni in Piano di rientro sanitario, la contrazione di un mutuo trentennale con il Ministero dell'Economia, per il quale il Molise corrisponde regolarmente l'annuale quota, comprensiva di ammortamento ed interessi.
Non considerando tale importo, che solo contabilmente figura tra le entrate e quindi tra le spese correnti, la percentuale di incremento del 2008 sul 2006 sarebbe di poco superiore al 4%, rispetto al 66% che erroneamente è stato evidenziato".
L'Assessore alla Programmazione si sofferma, poi, sul clima che si sta alimentando nel Paese e nel Molise intorno alla "virtuosità", sull'attuazione del Federalismo e sul Mezzogiorno, richiamando alla oggettività ed alla cautela quanti si avventurano nella formulazione di giudizi ed opinioni.
Pur non nascondendo le responsabilità della classe dirigente e del sistema meridionale nel suo complesso, Vitagliano fa osservare come con troppa semplicità si facciano confronti e si evidenzino differenze che avrebbero bisogno di ben altra ponderazione e, soprattutto, di valutazioni storiche e di contesto.
"In questo clima - fa notare l'Assessore - sta maturando una politica singolare, di anticipazione del federalismo senza solidarietà, con abbandono dell'obiettivo doveroso di guadagnare la crescita complessiva del Paese, garantendo a tutti uguaglianza nelle opportunità e nel capitale sociale".
Per Vitagliano, si rischia, in questo modo, di dare vigore ad un nuovo vittimismo e a quell'atteggiamento diffuso vetero-meridionalista che non è stanco di chiedere e di ottenere una politica "speciale" per il Meridione; di incoraggiare quell'anima assistenzialista di alcune sacche della società meridionale che vuole spesa a pioggia; di favorire il "mal di pancia" leghista che si basa, erroneamente, sulla convinzione che i Governi abbiano fatto molto per il Mezzogiorno e che di questo i meridionali non ne abbiano fatto buon uso.
"Se è vera questa responsabilità dei meridionali - sostiene Vitagliano - non lo è l'impegno dei Governi, specialmente quelli dell'ultimo quindicennio, ed è facile dimostrarlo. Io sono convinto che si debba fare una nuova politica centrale per il Mezzogiorno nell'interesse generale del Paese. E che la debba fare proprio la Presidenza del Consiglio e proprio mentre si avvia il federalismo. Quello è il posto politico ideale e siamo al momento storico giusto per «smeridionalizzare» il problema ed «italianizzarlo» definitivamente.
Ma lo si deve fare, lasciando stare le «virtuosità contingenti», mettendo in campo vera solidarietà, guardando oggettivamente ai divari, riconoscendo le giuste differenze rispetto agli standard dei «migliori», pretendendo responsabilità e, soprattutto, un grande e veloce cambiamento culturale della società meridionale".
"Solo così - conclude - tutto quello che si farà nel Mezzogiorno farà crescere l'Italia tutta intera. Ne guadagnerà anche la responsabilità dei meridionali, con la sconfitta definitiva di quelli che, ancora attivi, guardano al federalismo fiscale, che arriverà e noi lo vogliamo, pensando di avere addirittura più poteri e competenze, mantenendo intatti i trasferimenti di risorse".