Giovanni Berlinguer. Il suo esempio aiuti l'Italia a uscire dalla crisi valorizzando la competenza, il rigore professionale ed il senso del dovere

Il Vice Presidente della Giunta Regionale, Michele Petraroia
Il Vice Presidente della Giunta Regionale, Michele Petraroia

Leggere la biografia di Giovanni Berlinguer aiuta acomprendere lo spessore morale, la competenza scientifica ed il rigoreprofessionale di una figura che ha attraversato il Novecento impegnandosiattivamente per l'emancipazione ed il progresso delle classi sociali menoabbienti.

Una vita dedicata alla causa del lavoro, del Mezzogiorno, deldiritto alla salute e dell'uguaglianza, condotta con passione civile, dedizionee forte senso del dovere.
Un profilo politico molto lontano dallo stereotipo di questoperiodo buio della democrazia italiana, capace di ascoltare e rappresentare lapropria posizione con un garbo ed una fermezza di rara intensità.
Nel 2001 ho avuto la possibilità di condividere con GiovanniBerlinguer la mozione congressuale "Per tornare a vincere" che lo proponevaalla segreteria del partito, sulle posizioni del socialismo europeo, delpacifismo, della difesa dell'ambiente e di un raccordo stretto con il mondo dellavoro e con la rappresentanza dei lavoratori.

Nelle riunioni nazionali, nei seminari tematici e negliincontri che promuovemmo in Molise insieme a lui, c'era da apprendere lo stilesobrio, la tenerezza dei tratti e la chiarezza del programma esposto e deivalori fondamentali di una forza politica di sinistra.
La vittoria di Fassino non fu lineare, come confermò lavicenda congressuale del Molise dove il correntone berlingueriano arrivò al 50%ma si dovette arrendere per pochi numeri al cospetto di una seconda sezione delpartito nata ad horas a Campobasso con più iscritti di quella storica e scioltacome neve al sole subito dopo il congresso, ma Giovanni difese l'unità delpartito e sollecitò tutti a rispettare il responso degli iscritti centristi chegià nel 2001 risultarono decisivi per scegliere la linea politica ed il gruppodirigente nazionale e regionale del partito.

Il suo insegnamento ci portò ad anteporre sempre il benecomune, l'interesse generale e le grandi questioni sociali, ai particolarismidella minoranza congressuale, senza mai rinunciare però alla lotta ideale suivalori, sui principi e sulle proposte programmatiche della sinistra europea,laburista, pacifista e progressista.
L'errore storico del gruppo dirigente nazionale dei DSavvenne in quel periodo con la scelta di inseguire i propri avversari sul loroterreno culturale spingendosi sempre più a destra, fino a sparire dallarappresentanza politica perché spazzati via dalla propria rinuncia ariconoscersi nelle pagine della sinistra italiana ed europea.

E' stravagante ascoltare oggi gli stessi protagonisti di quel2001 che si scontrarono con Giovanni Berlinguer in nome di un realismocentrista, sorpresi dal mutamento antropologico intervenuto che ha portato ivalori, la cultura ed i dirigenti centristi negli snodi strategici del partitoe delle istituzioni.





 

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