Scontro stato-regioni su tagli ai finanziamenti, lavoro e sanità

Michele Petraroia, vicepresidente della Giunta regionale
Michele Petraroia, vicepresidente della Giunta regionale

NellaConferenza dei Presidenti delle Regioni svoltasi il 28 gennaio è statalicenziata la Bozza di Intesa con il Governo sui 5,2 miliardi di euro di tagli alleRegioni connessi con la legge di stabilità 2015.

Laproposta è stata costruita in Commissione Affari Istituzionali attraverso unraccordo costante con il Ministero dell'Economia e prevede di distribuire iltaglio per 2,1 miliardi sulla sanità azzerando gli incrementi stabiliti con ilPatto per la Salute 2014-2016, 1,8 miliardi sui FAS, 800 milioni sul Patto Incentivatoe 600 milioni su altri capitoli (Borse di studio, libri di testo, Fondonazionale affitti, edilizia sanitaria, fondo unico per l'edilizia scolastica,fondo politiche sociali, fondo per la non autosufficienza, agricoltura, scuoleparitarie, ecc..).

LaBozza di Intesa è stata adottata con riserva da tutte le Regioni e con il votocontrario del Veneto perché da anticipazioni avute, il Governo insiste perulteriori tagli pari a 1,1 miliardi di euro.
Perquesta motivazione la Conferenza Unificata, Regioni - Stato - Autonomie Localiè slittata alle ore 12,00 del 29 gennaio e potrebbe chiudersi con il mancatoassenso delle Regioni ad una manovra contabile che assesterebbe un duro colpoalla sanità, al diritto allo studio, alle politiche sociali e alle aspettativedei territori.
Inaggiunta allo scontro aperto sui tagli draconiani perseguiti dal Governo sisommano le prese di posizione sul socio-sanitario che portano il Ministerodella Salute ed il Ministero dell'Economia a considerare extra-LEA una serie diprestazioni garantite ai cittadini (malattie rare, trapiantati, Alzheimer,dimessi psichici, ecc..).

Permane,inoltre, lo scontro sul disegno di legge di riforma costituzionale in cui èstata inserita la norma che la materia delle Politiche Attive del lavoro edella formazione professionale tornano nelle competenze esclusive dello Statoesautorando le Regioni. La valutazione espressa è stata di profondapreoccupazione per la confusione che si avverte a livello nazionale conprovvedimenti adottati come quelli della soppressione delle Province e lasciatisospesi nel vuoto nel mentre non è chiaro chi deve subentrare in quellefunzioni e chi deve riassorbire il personale. Procedere nello stesso modo anchecon le Regioni è deleterio. Serve prima un disegno in cui si chiarisca chisostituisce le
Regioni nelle proprie attività e poi si potrà procedere allosmantellamento e all'accorpamento.

Icittadini non possono essere penalizzati dalla crisi e disorientati da sceltecaotiche adottate a livello centrale con approssimazione e superficialità.

                                                                        
                                                                               Michele Petraroia

 

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