Marcia per il lavoro, Petraroia: «Il Molise assuma le conclusioni della Camusso ed apra una vertenza nazionale con il Governo»

Campobasso. Il corteo della manifestazione si è snodato attraverso le principali vie della città
Campobasso. Il corteo della manifestazione si è snodato attraverso le principali vie della città

«Migliaia di persone hanno posto oggi a Campobasso il tema del lavoro sollecitando le istituzioni regionali, nazionali ed europee a raccogliere il grido d'allarme di un territorio che rischia di rimanere schiacciato dalle politiche di austerità imposte da Bruxelles ed attuate da Roma da almeno sei anni per fronteggiare la crisi di liquidità del sistema bancario nata dalle speculazioni finanziarie del 2007-2008. 
 
I Paesi più deboli, come l'Italia, sono stati costretti ad adottare misure restrittive con tagli draconiani alla spesa pubblica, blocco delle assunzioni, aumento delle tasse e forte contrazione degli investimenti pubblici. Il rigore dei tecnici del Ministero delle Finanze si è sostituito al ruolo della politica, tanto è vero che sulla sanità come sulla scuola, sulle pensioni o sul lavoro, se non c'è il parere del MEF (Ministero del Tesoro) non si sblocca alcun provvedimento di spesa. 
 
Col sostanziale commissariamento europeo delle istituzioni nazionali, la variazione dei governi o delle maggioranze poco ha modificato rispetto ai vincoli imposti dal pareggio di bilancio, dal Patto di stabilità e dal limite di non sforare il 3% stabilito dagli accordi europei voluti dalla Merkel e dalla Bundesbank. In un contesto simile, i territori più fragili, come il Molise, non hanno retto all'urto dell'austerità. 
 
Migliaia di posti di lavoro dei settori finanziati dalla spesa pubblica quali l'edilizia, i servizi esternalizzati dalla Pubblica Amministrazione e lo stesso pubblico impiego sono saltati a causa di tagli lineari, debiti non saldati alle imprese, blocco del turn-over e fermo dei cantieri e delle opere pubbliche. I cittadini del Meridione e delle aree interne più svantaggiate hanno pagato il prezzo più alto alla crisi di questi anni con disoccupazione, meno servizi pubblici, meno tutele sociali, tasse elevate e assenza di prospettive.
 
Il Molise si è trovato stretto in questa morsa ed ha il dovere di reagire per porre all'attenzione del Governo nazionale le proprie emergenze quali il lavoro, la sanità e l'ammodernamento delle infrastrutture materiali ed immateriali. La mobilitazione di oggi, promossa da Cgil-Cisl-Uil, ha rilanciato con le parole forti di Susanna Camusso questa esigenza : "Il Molise non si rassegni e si batta per il lavoro e lo sviluppo, per salvaguardare la sanità pubblica ed il sistema di tutele e protezioni sociali. " 
 
Le istituzioni regionali non possono che raccogliere questo monito e aprire con determinazione la vertenza col Governo per siglare un Accordo di programma sull'Area di crisi Bojano-Isernia-Venafro per ottenere 200 milioni di investimenti pubblici aggiuntivi finalizzati alla reindustrializzazione del territorio e al riassorbimento dei lavoratori della Gam e dell'Ittierre. 
 
Martedì 1° luglio, in sede di Commissione tripartita, si procederà all'istruttoria e all'auspicabile condivisione del Patto per il lavoro distribuito nella seduta d'insediamento del 20 giugno per unire le forze su un obiettivo strategico che è quello del lavoro, degli investimenti e del rilancio produttivo dell'economia regionale. Insieme a questa battaglia, si potrà sostenere a Roma che i Livelli Essenziali di Assistenza in sanità vanno garantiti ai cittadini molisani nella stessa misura degli altri cittadini italiani, e che coi nuovi fondi europei 2014-2020 bisognerà sostenere l'ammodernamento delle nostre infrastrutture per innalzare la competitività territoriale e ridurre le diseconomie esterne che si scaricano sui costi delle imprese locali».
                                                                                                 
                                                                                                     Michele Petraroia

 

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