"Il Primo Maggio per costruire il futuro". Lettera del presidente Frattura al signor Faiella e ai tanti come lui

Il Quarto Stato - Giuseppe Pellizza da Volpedo
Il Quarto Stato - Giuseppe Pellizza da Volpedo

"Anche in noi c'è sofferenza vera, profonda, non diversa dalla sofferenza che il signor Faiella, per noi Alfredo, uno dei tanti allevatori di polli del nostro Molise, ha lasciato sfogare durante i lavori dell'ultimo Consiglio regionale. Alfredo ci ha contestati, lo ha fatto con durezza come accade a chi non trova soluzione alla sua disperazione. Ma Alfredo sa, perché da tempo ci incontriamo nel tentativo di ricostruire la nostra filiera avicola, che non ci siamo mai girati dall'altra parte di fronte alle sue difficoltà, le stesse che lo accomunano a migliaia di altri molisani. Non ci siamo sottratti a nessuna responsabilità, facendo nostre quelle altrui. Non ci siamo nascosti. Non l'abbiamo fatto nemmeno l'altro giorno, quando, placata l'ira del momento, così legittima che nessuno qui si sente di biasimarla, abbiamo parlato con lui ancora una volta delle cose da fare per il sistema nel quale Faiella lavora da tanto tempo. Con passione e sacrifici.

La stretta di mano con Alfredo, segno di una volontà straordinaria che non conosce il senso della resa, che ci vede, Faiella e noi, viaggiare insieme nella direzione che si chiama futuro, ci dà la forza per andare avanti.
A Faiella, ai lavoratori come lui, alle famiglie di madri e padri resi più vulnerabili dalla precarietà di un momento scuro, dedichiamo questo pensiero. Il pensiero del Primo Maggio.
Non ci consolano i numeri, non ci consolano le stime, non ci consolano i risultati che non riconosciamo, nell'immediatezza che vorremmo, attorno a noi. La fotografia della realtà imbarazza il Primo Maggio, festa del lavoro, ma non imbarazza la speranza che al Primo Maggio dobbiamo continuare a legare.

Non rispondiamo alle accuse a noi rivolte per nessuna altra ragione che non abbia a che fare con la sensibilità e la capacità di entrare nel profondo del dolore vissuto da chi ci accusa. È nostro come di chi grida che non ce la fa più.

La durezza di questi anni, con l'Istat che proprio in queste ore fornisce nuovi dati impietosi sui livelli di disoccupazione nel nostro Paese, ci fa pensare, oggi ancora di più, che i numeri e le stime, come la realtà, possiamo ribaltarli nella costruzione delle opportunità. Ci consola a fronte di tanta desolazione il significato della nostra parola data, quella stessa che non abbiamo mai tradito nemmeno con Faiella: continueremo così, perché la correttezza, la trasparenza, l'assunzione di responsabilità sono i capisaldi della nostra azione politica. Ci appartengono ancora prima come uomini.

Non facciamo chiacchiere, non giochiamo d'imbroglio. Lavoriamo, spesso senza dirlo, per rendere riconoscibili gli impegni presi. E in un anno di governo, forse possiamo iniziare a dirlo, i segnali non mancano.
Questa pagina, dunque, per mostrare che al Molise malandato e devastato stiamo fornendo, giorno dopo giorno, gli strumenti dovuti per parlare tutti insieme di futuro. Già il solo fatto di mantenere fede agli obblighi di legge ci ha portati a liquidare i creditori delle pubbliche amministrazioni del Molise: in tre mesi 47 milioni di euro a imprese e fornitori di servizi. Iniezione di liquidità che segna un punto verso la ripresa. C'è un cambio di passo che non può essere trascurato soprattutto da chi vuole continuare a nutrire speranza.

Un cambio di passo che ha dato risultati. Abbiamo operato tagli alla spesa pubblica e alla macchina amministrativa a beneficio del tessuto produttivo, perché nel tessuto produttivo si rafforza il tessuto sociale. Il lavoro è serenità collettiva, ne siamo ben consapevoli.
Il nostro bilancio è segnato da tagli e risparmi, praticati e da praticare, destinati tutti al miglioramento della qualità della vita dei cittadini e delle imprese del Molise. Il pareggio dei conti, la certezza delle risorse, il rigore dei pagamenti, sono elementi che ci consentono oggi di non vendere fumo, ma di proseguire con convinzione un disegno che abbiamo ben chiaro.

Milioni di euro offerti alla causa lavoro per ricominciare insieme a parlare di lavoro. Fondi per l'innovazione delle imprese, fondi per investimenti che creano occupazione. L'idea di riforma della formazione professionale rispondente alle vocazioni del nostro territorio. Il riconoscimento dello stato di crisi, appena deliberato, per un'area che rappresenta la storia dell'economia molisana, quella che va da Campochiaro a Venafro, è l'atto di chi intende favorire un processo di rinascita occupazionale della nostra regione. Ai nostri interventi vogliamo aggiungere, e li aggiungeremo, quelli previsti dallo Stato e dall'Europa: è un percorso necessario per sanare la vertenza Molise. Vertenza che oggi ha un sapore più amaro perché nessuno vorrebbe parlarne nel giorno della Festa del lavoro.
Ma le difficoltà non si superano negandole, si superano affrontandole ognuno con i propri mezzi e le proprie responsabilità.

In un anno di governo abbiamo fronteggiato tantissime situazioni senza via d'uscita. Insieme, lavoratori e Regione, abbiamo inquadrato, però, una possibile via d'uscita. Non immediata, ma possibile. La fiducia, per questo, non deve mancare. E la fiducia ha bisogno di solidarietà. I nostri lavoratori ne hanno dato prove importanti. Diciamo noi grazie a loro.
E a loro va questo Primo Maggio che oggi ci serve per continuare a costruire perché il Primo Maggio di domani sia di nuovo la Festa del Lavoro".

Paolo di Laura Frattura

 
 
 
 

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