«Segnalo all'attenzione del Ministero dell'Istruzione e delle competenti Commissioni parlamentari, l'esigenza di adottare un provvedimento legislativo che semplifichi la redazione dei Piani di dimensionamento scolastico a livello regionale.
Al momento, spetta alle Province approvare i Piani nelle apposite Conferenze dei sindaci, seguendo un percorso che coinvolge le Regioni, i Comuni e le sedi territoriali del Ministero dell'Istruzione che interagiscono nel procedimento ai sensi delle vigenti normative.
Al di là di vicende specifiche locali, se non si chiarisce il quadro delle competenze, permane il rischio che nei territori basta un ricorso al TAR per paralizzare le istituzioni scolastiche con danni immani per gli studenti e per il personale.
Se lo Stato reputa di confermare alle Province il ruolo di pianificazione scolastica, attribuisca alle stesse Province altre competenze utili ad assicurare il buon funzionamento della scuola.
In caso contrario, agisca di conseguenza e mutui il quadro legislativo per impedire che i Piani di dimensionamento vengano decisi dai magistrati del TAR o del Consiglio di Stato, anziché dal sistema delle autonomie locali e regionali.
A mero titolo esemplificativo, segnalo gli episodi accaduti in Molise per confermare i rischi connessi con l'affastellarsi di norme che contrastano con il buonsenso prima che con l'efficienza e la funzionalità delle scuole italiane. Insediatomi come assessore all'Istruzione ad aprile 2013, prendo atto che il Molise è l'unica regione italiana che non ha adottato da anni il Piano di dimensionamento e procedo a convocare le Organizzazioni sindacali, il Provveditorato agli Studi, l'Anci e le Province. Definisco, in concertazione unanime, le linee guida e propongo l'adozione, il 17 giugno 2013, della relativa delibera di Giunta regionale, continuando un confronto costruttivo con gli Enti locali, i dirigenti scolastici e l'Ufficio Scolastico Regionale. Un percorso partecipato, democratico e condiviso, che si completa con l'approvazione del Piano a larga maggioranza in Consiglio regionale il 17 dicembre 2013.
Non nascondo l'imbarazzo, in questi mesi, di ritrovarmi, in sede di Ministero e di Conferenza delle Regioni, in rappresentanza di un territorio di 136 Comuni con 82 istituzioni scolastiche, di cui 41 sottodimensionate ed affidate in reggenza con relativi disagi, disservizi e disfunzioni.
La consapevolezza di superare questa paralisi attraverso la condivisione ufficiale con il Ministero di un assetto incardinato su 54 autonomie scolastiche, rappresentava la base su cui poggiare l'avvio dell'anagrafe informatizzata degli studenti e della messa in sicurezza degli edifici adibiti a scuole, il consolidamento dell'offerta formativa, l'attivazione della scuola digitale e ogni altro programma di modernizzazione ed efficientamento della scuola molisana.
Purtroppo, pur avendo rispettato pedissequamente la proposta adottata dalla Conferenza di servizio della Provincia, che è arrivata, in contrasto con le linee guida, a superare l'autonomia del Comune di Palata, collocato in un'area interna ma aggregato a un Comune della costa adriatica, verifico che altri Enti propongono il ricorso al TAR per bloccare il Piano. Se ciò avverrà, il Molise continuerà ad avere sulla carta 82 autonomie scolastiche e tutti i programmi della scuola digitale, dell'anagrafe degli edifici per la messa in sicurezza, dell'anagrafe degli studenti e di ogni altro progetto di miglioramento dell'offerta educativa sarà compromesso con danni per i 43.000 studenti e per i 6.500 docenti e dipendenti della scuola molisana.
Poco conta se il ricorso al TAR è motivato dalle imminenti elezioni comunali a Campobasso o da altre motivazioni oggettivamente discrezionali.
Ciò che ne deriverà è un effetto deleterio per il sistema scolastico di una regione che non ha strumenti giuridici aggiuntivi per tutelare gli studenti e salvaguardare i docenti e il personale ATA».
Il vicepresidente della Giunta regionale
Assessore all'Istruzione e Formazione professionale
Michele Petraroia