«Volgendo lo sguardo indietro di qualche anno, riemergono le immagini della vertenza SANSTEFAR con le mille iniziative intraprese dal personale che con caparbietà difendeva la struttura anche nei momenti più bui e angosciosi in cui nessuno osava ipotizzare alcuna prospettiva di rilancio per il centro di riabilitazione. Senza salario da mesi i lavoratori si recavano a proprie spese a casa dei pazienti per non interrompere le cure ed i trattamenti di fisioterapia con l'unico obiettivo di salvaguardare il proprio posto di lavoro e tenere aperta la SANSTEFAR in attesa di tempi migliori.
Oggi, nella sala dell'ex-GIL, nel mentre la nuova compagine societaria illustrava il progetto per il futuro, si intravedevano le facce di quei molisani laboriosi, fieri e dignitosi, che partecipavano non senza emozione ad un evento assolutamente straordinario sia per loro che per tutta la comunità regionale. E incrociando gli stessi sguardi di tanti incontri amari, ho avuto modo di esprimere l'auspicio che quella tempra dimostrata dai dipendenti del SANSTEFAR possa essere un esempio virtuoso da seguire per il Molise, non negando la gravità della crisi in atto, ma nemmeno rinunciando a lottare per uscire dalla palude dei problemi e dalla rassegnazione dell'animo.
Sono troppe le illusioni disattese di chi si aspettava vecchie politiche di spesa pubblica allegra, poco oculata e sostanzialmente improduttiva ed inefficace. In tanti ipotizzavano un finto cambiamento ed, oggi, delusi dall'assenza di quel tipo di risposte, alimentano un ribellismo inconcludente ed un qualunquismo deteriore che non aiuta nessuno. Sono rare le prese di coscienza come quelle dei dipendenti SANSTEFAR, o dei 38 allevatori che si sono costituiti in cooperativa con i propri soldi per provare a tenere aperta la filiera avicola.
Ma il futuro del Molise passa per questo ribaltamento culturale in cui ciascuno si mette in gioco per salvaguardare un territorio ed una comunità sapendo che il tempo dell'assistenzialismo opaco è finito. L'economia para-pubblica è un ricordo di epoche pregresse e non un progetto politico serio per il domani. Prima si archivia un simile approccio parassitario che scarica i propri debiti sull'aumento della tassazione locale e meglio sarà per tutti. Il ruolo delle istituzioni pubbliche è quello di disegnare il contesto socio-economico generale con uno sguardo all'accordo storico sul commercio mondiale più che alla catena clientelare del retrocucina molisano».
Michele Petraroia